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Il Ritorno di Krug (10 anni dopo)

krugNonostante il titolo “Rocket Surgery Made Easy” dia luogo a sospetti, Krug non è un Klingon a caccia di Kirk.

Steve Krug è uno dei vari Guru americani dell’Usabilità. Dieci anni fa scrisse un simpatico libretto: DON’T MAKE ME THINK, un “libretto”, considerato superficiale ed entry level dai più, che io l’ho sempre considerato la lettura giusta da consigliare a tutti coloro -soprattutto se Clienti- che fossero alle prime armi ma volessero imparare facendo.

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Ma il libro di Krug non era solo “semplice”. Era di BUON SENSO.

Krug, come altri ben più famosi di lui, si è sempre preoccupato del costo degli interventi di usabilità, come di identificare le pratiche più concretamente realizzabili anche su progetti di piccole dimensioni.

Tra le illustrazioni (belline davvero) del libro DON’T MAKE ME THINK, figuravano (ed era una prima assoluta per un testo divulgativo) dei concetti sulla organizzazione degli elementi in pagina, che prendevano spunto da come funziona la visione umana. Sena farla mai lunga o complessa, Krug ha dato spazio a concetti poi approfonditi dall’Eye-Tracking (senza mai citarlo) che Guru come Jakob Nielsen hanno sdoganato soltanto lo scorso anno, con il libro EYE TRACKING USABILITY.

Ma oggi, che l’Usabilità -si sa- è vecchia. Per certi versi è morta e sepolta… che senso ha parlare di KRUG?

beh, adesso… 
 Proprio morta e eepolta forse è troppo.
Negli anni, allargando lo sguardo rispetto al semplice concetto di usabilità funzionale, nonché con il crescere e diffondersi della consapevolezza della NECESSITA’ della partecipazione degli “utenti”, l’usabiità si è evoluta in molte forme: la User Experience ad esempio, ne amplia portata ed orizzonti senza negarne necessità e rilevanza. 
E -date le ultime emergenze su Usabilità Sociale- l’usabilità è persino sbordata nel (vero) Marketing. Ed uso la parola Marketing, senza l’abominevole e discriminante “2.0” a far da pretestuoso distinguo.

Steve Krug io non l’ho mai incontrato dal vivo, ma non pare uno “speciale”.


Eppure credo abbia il merito speciale di rendere quasi simpatica una attività e delle competenze -parlo di usabilità- che altri guru hanno reso accademica, accusatoria e -in poche parole- antipatica.

Eccovi un estratto della prefazione del libro. Credo sia sufficiente per farvi una idea e decidere… per chi comprarne una copia.
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Ma ovviamente non è per il “disclaimer” che il libro di Krug vale un post. La mia attenzione se la è meritata (nella sua edizione italiana edita da HOPS) per titoli come:

Fatene uno Sport bello da vedere

Quando risolvete i problemi, crecate di fare il minimo

I soliti sospetti

Robe che -a me- hanno fatto divertire e che -al neofita che ha buon senso e voglia di mettere in moto il cervello- fanno innamorare dell’Usabilità. E si sa, l’appetito vien mangiando.

Chiudo con una frase che ho trovato sul sito di Krug.
Joel Spolsky -che è hacker ed uno speaker eccezionale- ha scritto::”Steve Krug is my hero. By making usability testing so effortless, he teaches us how to eliminate the frustration from our own products”. …vorrei averlo io un endorsement così da Joel!

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