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Il Freedom of Information Act nell’Agenda di Monti

“Deve essere introdotto un principio generale di trasparenza assoluta della pubblica amministrazione, secondo il modello del Freedom of Information Act degli Stati Uniti e del Regno Unito”.

(Cambiare l’Italia, Riformare l’Europa – Un’Agenda per un impegno comune – Primo contributo ad una riflessione aperta – di Mario Monti)

In passato il vostro cronista ha a lungo scritto sulle pagine di questo giornale on-line. Un anno fa circa ha interrotto perché ha capito che il contesto legale non consente di attuare proficuamente il citizen journalism.

Allo stato attuale delle cose il cittadino può semplicemente chiedere l’accesso agli atti di una pubblica amministrazione solamente in presenza di un suo diretto e concreto interesse, e non in vista di un controllo popolare dell’operato della Pubblica Amministrazione.

Per realizzare quest’ultimo fine gli è solamente consentito di conoscere quegli atti per i quali è obbligatoria una qualche forma di pubblicità (su una Gazzetta Ufficiale, sull’Albo Pretorio di una Pubblica Amministrazione, e così via); nonché leggere i comunicati degli Uffici Stampa pubblici.

La Pubblica Amministrazione non dialoga con il cittadino per rendere conto di quello che fa, gli parla come un sacerdote da un pulpito, facendogli sapere tutto e solo quello che vuole (a parte certi obblighi di pubblicità previsti dalla legge per documenti particolari come i bilanci e così via).

Questa non è “informazione”, questa è “propaganda”; esattamente come quella che faceva Joseph Göbbels per il nazismo di Adolf Hitler.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Vi siete mai chiesti come è stato possibile che taluni uomini politici si appropriassero per anni di denaro pubblico, alla Regione Lazio come alla Regione Lombardia, senza che nessuno lo venisse mai a sapere ?

Inutile aggiungere che questo, allo stato attuale delle cose, accade per tutto o quasi tutto quello che la Pubblica Amministrazione fa. Il citizen journalism ha le armi spuntate.

Il vostro cronista vorrebbe ritornare a scrivere su Agoravox Italia; ma lo farà solamente quando una riforma copernicana della comunicazione pubblica farà cessare la “propaganda” degli Uffici Stampa pubblici e la trasformerà in “dialogo” con il cittadino. Ciò accadrà quando rendere conto del proprio operato sarà compreso fra le attività correnti della Pubblica Amministrazione.

Ma oggi al vostro cronista corre obbligo interrompere il suo silenzio e scrivere: grazie ad Internet (il vero motore del citizen journalism) ha conosciuto l’Agenda di Mario Monti; e nell’Agenda di Mario Monti è scritto: «Deve essere introdotto un principio generale di trasparenza assoluta della pubblica amministrazione, secondo il modello del Freedom of Information Act degli Stati Uniti e del Regno Unito».

Cosa aspettiamo ad impegnarci tutti su questa proposta? Cosa aspettiamo ad organizzarci ed a manifestare pubblicamente senza sosta affinché questa iniziativa di civiltà e di modernizzazione sia messa al primo punto dalle forze politiche, anche se a loro non piace affatto essere controllate dai cittadini (come non gli piaceva la “class action”, su cui Mario Monti ha scritto sulla prima pagina del Corriere della Sera un memorabile articolo in occasione dell’ennesima proposta di rinvio dilatorio, poi rientrata)?”

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