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I tentacoli di Emma (Marcegaglia)

Dalle banche a Telecom, da Mediaset al Corriere, da Repubblica all’Eni. Sono innumerevoli i confilitti di interesse di Emma Marcegaglia, da marzo presidente di Confindustria, che da settimane riesce, nonostatante le imbarazzati vicende giudiziare che hanno coinvolto il suo gruppo, a parlare di finanza etica. Ecco come.

Emma Marcegaglia è stata promossa presidente di Confindustria il 13 marzo. Da allora non smette mai di esortare gli imprenditori all’etica negli affari. Un po’ come a dire <<Smettetela di prendere esempio dalla mia famiglia>>, che infatti può vantare ottimi etici della finanza, a cominciare da Antonio Marcegaglia, suo fratello, il più insigne imprenditore morale del gruppo, che il 29 marzo di quest’anno ha patteggiato una pena pecuniaria di 500mila euro per la tangente di 1 milione 158mila euro data nel 2003 al manager Enipower, Lorenzo Marzocchi, per un appalto di caldaie da 127 milioni. Antonio è il degno successore di Steno, padre di Emma, che nel 2006 è stato condannato in primo grado ha 4 anni di reclusione per bancarotta preferenziale nella vicenda del crack di Italcase. Effettivamente la moralità della famiglia Marcegaglia, per quanto non appaia proprio cristallina, non dovrebbe destare molto interesse nel mondo bisunto della finanza italiana. Emma, allora, per non lasciare dubbi su come si faccia etica negli affari, si trasforma in un ottima amica di Berlusconi, dal cui braccio si lascia cingere nelle riunioni di Confidustria come se fosse una Carfagna o una Brambilla qualunque. In effetti con Berlusconi la nostra Emma ha molto in comune, soprattutto i conflitti di interesse. In questo settore è una vera esperta.

Tanto per iniziare, come presidente di Confindustria dovrebbe tutelare gli interessi delle imprese nei confronti delle banche, soprattutto in questo periodo di crisi. Poco importa, allora, se ne controlla in modo diretto una, la Banca Popolare Società Cooperativa, e, indirettamente, almeno cinque: Banca Italease, Credito Bergamasco, Banca Popolare di Sondrio, Unicredit (e quindi Mediobanca) e, per finire, controlla indirettamente anche l’Unione di Banche Italiane (UBI, il quarto gruppo bancario italiano). Ecco, solo questa rete di collegamenti implica almeno due conflitti di interesse. Uno lo abbiamo già visto, quello tra presidenza di Confindustria e banche. Il secondo (che però ne raggruppa tanti insieme) è quello fra banche, che si suppone siano in concorrenza fra loro.

Andiamo avanti. Un presidente di Confidustria dovrebbe impegnarsi a tutelare la libera concorrenza fra imprese, che già di suo non è opera facile. Se però ci aggiungi anche che la Marcegaglia condivide un consigliere della sua Italcementi, Carlo Secchi, con Mediaset, allora la cosa diventa molto meno credibile.

Abbiamo capito, allora, perché Mediaset non dà queste notizie, ma i quotidiani? Il guaio è che la Marcegaglia c’entra pure là. Infatti controlla indirettamente sia il Gruppo Editoriale l’Espresso, editore, fra l’atro, anche di Repubblica, sia il Corriere tramite Rcs, il principale gruppo editoriale italiano (che dovrebbe, credo, essere in concorrenza con l’editore di Repubblica).

Insomma, facciamo presto a pubblicare le informazioni sulla rete, prima che la Marcegaglia raggiunga anche noi con i suoi lunghi tentacoli.

Scarica la mappa dei conflitti di interesse di Emma Marcegaglia

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