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I tagli di Trenitalia dividono in due il paese

"Siamo di fronte all’abbandono del Meridione", queste parole sono state recentemente pronunciate da Luigi Simeone, segretario generale Uil trasporti.
Il numero uno della Fit CislGiovanni Luciano aggiunge "Quel che Moretti sta facendo al servizio notte è scandaloso: si perdono posti di lavoro in Italia mentre si fanno accordi e assunzioni all’estero. Per non parlare della chiusura dell’officina grandi motori delle Fs di Melfi che, in queste ore, per una decisione unilaterale delle Ferrovie, chiuderà e costringerà i lavoratori ad andare a Foggia". 

E’ innanzitutto essenziale fare il punto della situazione, Trenitalia ha attuato un taglio nella sua tabella oraria, entrata in vigore a dicembre 2011, che prevede la cancellazione di molte cuccette e vagoni letto, in special modo nelle tratte a lunga percorrenza e sui treni straordinari utilizzati in prossimità delle festività nazionali e dei periodi di ferie. 

Il taglio prevede una riduzione di 100 carrozze, passando dalle 257 attuali a 158, mentre permangono ancora numerosi dubbi sulla qualità di quelle che rimarranno in circolazione, data l’intervenuta risoluzione del contratto tra Ferrovie dello Stato e Rail service International, la società che aveva in appalto la manutenzione dei treni notturni. 
 
In pratica dal 12 dicembre Trenitalia ha introdotto i nuovi orari, i quali porterebbero ad una soppressione dei treni notturni che collegano le regioni meridionali, in particolar modo Sicilia, Calabria e il Salento pugliese, con le principali città del centro (Roma) e del nord (Milano e Torino), ma anche alcune tratte centro-settentrionali quali la notturna Roma–Torino e Bolzano–Roma. 
 
Le associazioni a difesa dei consumatori, affermano che l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, starebbe concentrando la sua attenzione sui treni d’Alta velocità; sarebbe imminente infatti la messa in circolazione di 11 treni di ultima generazione per la tratta Milano – Roma, provenienti dal gruppo privato guidato dagli imprenditori Montezemolo e Della Valle (Italo).
 
Nei giorni scorsi, in seguito ad una meno recente interrogazione parlamentare a risposta orale dell’on Francesco Nucara al Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, è intervenuto anche il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, il quale ha affermato che: “Moretti chiede sacrifici e soldi alle Regioni e allo Stato ma intanto continua a tagliare i collegamenti. Esalta le FS, che tramite società controllate vincono gare all’estero, e non reinveste un solo euro in Italia per migliorare la rete. Dice di non temere la concorrenza ma la sua guerra contro gli operatori privati è ben nota. Infine, ci illustra il suo sogno beffardo per i pendolari “comprare mille treni” perché “è l’investimento con effetti socio economici migliori”
Moretti, tra i tanti proclami e progetti, non espone un piano di rilancio delle Ferrovie per il Mezzogiorno. La Tav si ferma a Napoli e il resto d’Italia è tagliata fuori dalle opportunità di sviluppo, nonostante si siano appena festeggiati i 150 anni dell’unità"
 
Le regioni meridionali soffrono ancora di più questa grave crisi economica, rispetto alle regioni maggiormente industrializzate del centro e nord Italia, naturalmente una inefficiente rete di collegamento ferroviario non fa altro che gravare pesantemente su una situazione già di per sé precaria. 
 
Tale limite strutturale ostacola non poco anche lo sviluppo economico e sociale di quelle regioni, tra cui la Calabria, per le quali l’Unione Europea ha proceduto all’approvazione del Programma Obiettivo Convergenza, destinando nel corso degli anni 2000-2013 una ingente quantità di fondi comunitari da utilizzare per incentivare le attività produttive (PON e POR): proprio a causa della difficoltà riscontrata nell’organizzazione della logistica aziendale molti dei predetti fondi verranno restituiti in quanto non utilizzati entro il termine del programma. 
 
Trenitalia da sempre programma la sua attività prediligendo le tratte di collegamento del Nord Italia. In aggiunta, la rete ferroviaria meridionale è stata concepita e realizzata su un territorio morfologicamente non idoneo, poiché risente del grave dissesto idrogeologico che caratterizza la maggior parte delle regioni interessate. Recentemente ad esempio, la rete che collega la città di Catanzaro (capoluogo di Regione) con l’importante scalo di Lamezia Terme, ha subito un grave cedimento strutturale con conseguente chiusura della linea ferroviaria e tempi di ripristino previsti di oltre 3 anni. 
 
A questo punto ci si deve chiedere come può una Regione come la Calabria, tormentata da molti problemi interni, procedere nella direzione dello sviluppo economico e sociale? 
 
Per decenni i loro nomi evocativi sono stati un simbolo dell'Italia unita e dell'emigrazione: Treno del sole, Trinacria, Treno dell'Etna, Francesco Cilea, Freccia della Laguna; un simbolo che adesso finirà nei ricordi, lasciando spazio ad un isolamento forzato che non agevolerà la crescita delle regioni meridionali, né la crescita generale di un paese come l’Italia che dovrebbe mirare, per uno sviluppo generalizzato, al raggiungimento di una definita Unità nazionale, che inesorabilmente passa attraverso una adeguata rete di collegamento per il trasporto.

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