I nuovi emigranti: 1 milione in 4 anni

Non solo immigrati, ma anche migranti. In Italia è tempo di parlare di entrambi: 4 milioni circa sono gli immigrati nel nostro Paese, 4 milioni sono i migranti dal nostro Paese da 4 anni a questa parte, ben 1 milione in più rispetto al 2006. I dati in considerazione si riferisono al rapporto Migrantes, la fondazione della Cei che si occupa di politiche migratorie e di cooperazione.
La differenza tra le due fazioni è più che sostanziale, perché se da una parte abbiamo gli immigrati, legali o illegali che siano, che sopperiscono alla carenza di bassa manodopera (non so se avete notato, ma ormai non ci soono quasi più muratori o racoglitori di pomodori e d'uva italiani), dall'altra abbiamo la schiera di laureati che ha deciso di cambiare aria trasferendosi all'estero per lavoro. Argentina e Germania le mete più ambite, sono infatti oltre 600mila i nostri connazionali nello stato sud-americano e circa mezzo milione nel Paese tedesco, come in quello elvetico e francese.
In breve, della totalità degli emigrati, più della metà ha deciso di rimanere entro i confini dell'Unione Europea (55,3%), quasi il 40% si è spostato nel continente americano ed i restanti sono suddivisi tra Africa, Asia ed Oceania.
Ma al di là dei motivi pratici che hanno spinto i nostri ragazzi a partire per non tornare (è infatti solo il 25% di loro che ha in progetto di tornare in patria), c'è il fatto ben più grave della perdita di una potenziale classe dirigente ben formata a livello universitario.
Se infatti il numero di emigrati ed immigrati è pressoché un gioco a somma zero, la qualità, la formazione dei due non va ad equivalersi.
La quasi totalità degli immigrati che approdano in suolo italiano sono momentanei ed in cerca di fortuna (tipo noi ad inizio '900), non esitano quindi a prendere il primo lavoro che capita loro tra le mani: muratore, raccoglitore d'uva, di olive, ecc.
I nostri emigrati invece hano ben altra formazione: economisti, ingegneri, giornalisti, manager e chi più ne ha più ne metta.
L'Italia si trova quindi prosciugata della parte "istruita" dei suoi cittadini e si trova a contenere, entro i suoi confini, 65milioni di persone soggette ad un politica sempre meno attenta ai reali problemi pratici.
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