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 Home page > Tribuna Libera > I girasoli non guardano Putin

I girasoli non guardano Putin

Cerco la pace andando verso la campagna adorna di girasoli contemplando il glorioso ondeggiare del grano e gli infiniti viaggi delle nuvole che vanno a piangere per noi. Jorge Teillier

Erano i primi anni '80 quando vidi tanti campi di girasole appena fuori Roma, non avevo mai usato il loro olio tratto dai semi pieni di raggi di sole. Adesso so meglio tutto, c'è internet ed è peggio perché non mi spiego assolutamente la guerra il mercato la pace la vita che va avanti con acqua e cibo, sia pure raccolto in un campo, negata.

Eppure era da tempo che avrei dovuto sapere che i girasoli, che guardano il sole, erano e sono nutrimento, tanto che Vittorio De Sica intitolò così un suo film I Girasoli: "è stata la prima pellicola di produzione occidentale a essere girata quasi interamente in Unione sovietica, in anni in cui il regime non permetteva con troppa facilità che elementi estranei entrassero dentro i suoi confini... è la tragedia degli oltre 229.000 soldati italiani mandati al massacro, privi di armi moderne e di equipaggiamento, per seguire la folle avventura di Hitler che, il 22 giugno 1941, aveva infranto il patto di non aggressione russo-tedesco Ribbentrop-Molotov del 1939, lanciando una massiccia offensiva contro l’Unione sovietica il dramma della ritirata italiana del 1943".

I girasoli guardano il sole, e Putin è notte, una notte di incubi, quando alla mattina ti svegli in un rifugio, per strada, tra le rovine, in una casa non tua, ed è un incubo, perchè la notte non è finita e pensi che potrebbe accadere anche a te, ai tuoi cari. La notte dell'umanità che si scopre improvvisamente in guerra e non solo in Ucraina, in Russia, in Europa, nel mondo, affamata di giornate normali, di amore, di vita, non capisce come me.

Non mi interessa più sapere perché Putin l'ha fatto, perché continui ad assoldare mercenari e spargere armi minacce morte. Putin sta vivendo un incubo, Putin è al buio, Putin non può spegnere la luce del sole.

Doriana Goracci

 

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