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I dubbi sul processo di Perugia

La Corte d'Assise d'Appello di Perugia si è pronunciata lunedì per l'assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito perché il fatto non sussiste. Non si vuole quì criticare la sentenza della Corte sull'innocenza o colpevolezza dei ragazzi, ma porre in evidenza, per l'ennesima volta (succede spesso in Italia), l'amarezza che una sentenza del genere lascia sulla coscienza dei cittadini.

La critica va semmai rivolta in generale alla Giustizia italiana, che, ancora una volta, ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza. La mancanza di vera professionalità e preparazione di certi inquirenti e magistrati è evidente. In primo grado due giovani sono stati condannati perché ritenuti assolutamente colpevoli di un efferato delitto ed in secondo grado vengono assolti con formula piena perché il fatto non sussiste. Ma non è questo lo scandalo: il nostro ordinamento prevede tre gradi di giudizio proprio per garantire una giustizia più "giusta" e quindi correggere possibili errori umani.     

Ma i quattro anni di carcere che questi ragazzi hanno dovuto sopportare e le sofferenze e i dolori che sono stati inferti, non solo a loro ma anche ai loro familiari e alla società in genere, hanno forse un prezzo? Dovevano trascorrere quattro anni per ottenere le prove, perizie o gli altri elementi che hanno potuto scagionarli?

Si parla tanto di "garantismo", ma nei fatti questo non esiste: da un certo punto di vista conta poco essere colpevoli o innocenti perché le leggi sul carcere preventivo tolgono, con la libertà, ogni dignità personale distruggendone l'avvenire.

E non è tutto. Nel caso di Perugia, secondo gli inquirenti, Rudy Guede, il presunto omicida già condannato a sedici anni (pochi se fosse l'unico colpevole), avrebbe agito con la complicità di altre persone (appunto Amanda e Raffaele). Dopo la sentenza di Perugia chi sono dunque gli altri complici? E' evidente che il giallo non è risolto e che si dovrà ricominciare da capo. Poco importa se i costi del processo andranno alle stelle e soprattutto se i genitori di Meredith Kercher, la povera ragazza inglese orribilmente uccisa, dovranno attendere e soffrire chissà per quanto tempo prima di conoscere la verità.

E' appena il caso di osservare che questo processo è forse stato male impostato, uno dei tanti errori giudiziari, ma è certo che gli inquirenti e i giudici responsabili di questo "pasticcio" resteranno naturalmente al loro posto e nessuno mai ne pagherà le conseguenze. Non occorre essere esperti giuristi o conoscitori dell'ordinamento giudiziario italiano per capire che qualcosa non funziona e che una seria e salutare riforma della giustizia è quanto mai necessaria e urgente.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.78) 5 ottobre 2011 19:21

    La "giustizia" italiana è la spia di una società malata nei suoi fondamenti . Prescindendo dalle vicende di Silvio che è arrivato a legiferare per il suo tornaconto,ogni giorno assistiamo pubblicamente all’oltraggio della legge , soprattutto da parte di quella che dovrebbe essere l’elite legalitaria del paese .Gli esempi si sprecano e quindi mi astengo.

    Il popolo italiano però ormai è totalmente narcotizzato e non sarà un processo in più o in meno a provocarne l’indignazione .
    I tre gradi di giudizio , congegnati per avere un effetto garantista ,hanno finito per diventare un’arma micidiale nelle mani di chi vuole manovrare ,lecitamente o meno, l’esito processuale . La famigerata Corte di Cassazione di Corrado Carnevale è stata un esempio emblematico .

    Ormai i processi che contano ,quasi direi quelli veri , sono quelli mediatici che si fanno sui media televisivi (vedi Porta a Porta) . Sono più credibili questi di quelli celebrati nelle aule di giustizia e questo la dice lunga del punto a cui siamo arrivati .
    Per la corte di 1° grado i due "ragazzi"come definiti dai media , già nell’appellativo è implicito un giudizio ,erano due feroci assassini e le prove schiaccianti in aggiunta alla chiamata a correio di Guede .
    Per la sentenza d’appello sono due mammole ,le prove insussistenti se non addirittura contraffatte e la parola di Guede vale meno di niente .

    In un paese serio si sarebbe proceduto ad un riesame colleggiale della sentenza (a corti riunite) con sovrintendenza della corte suprema ,essendo la contraddizione di giudizio macroscopica , invece li hanno rilasciati come le colombe a Pasqua.Amen.

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