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I documenti dell’FBI e la possibile fuga di Adolf Hitler in Argentina

Oltre settecento documenti dell’FBI, oggi desecretati, testimonierebbero che Adolf Hitler non si è suicidato ed è fuggito dalla Germania prima dell’entrata dei russi a Berlino.

La foto di sinistra ritrae un 'probabile' Hitler anziano

Non è del tutto chiaro come sia possibile che, dopo settanta anni, le vicende legate ad Adolf Hitler e al nazismo suscitino ancora così tanta curiosità, rivestendo ancora oggi una forte attualità. Saggi, romanzi, memorie, film, documentari, mostre e persino videogiochi continuano a ricordarci quel sinistro periodo della nostra Storia senza, per questo, perderne l’interesse. È innegabile, l’argomento affascina non tanto per il male che il nazismo ha rappresentato, bensì per la curiosità di conoscere come sarebbe andata a finire se Hitler avesse vinto la guerra, o se fosse sopravvissuto. In effetti, gli ultimi atti della vicenda sono pieni di zone d’ombra, ancora oggi non perfettamente individuabili, e ciò provoca l’immaginario collettivo.

L’ultima stimolante notizia è la probabile fuga di Hitler da Berlino, avvenuta pochi giorni prima della fine della seconda Guerra Mondiale. Il fatto, di per sé, non è una grande novità. Da sempre si vocifera che Hitler sia riuscito a fuggire e a rifugiarsi chissà dove, alimentando troppe fantasie e scenari fantastici. Ma ora c’è chi asserisce, con assoluta certezza, che Adolf Hitler, in realtà, il 30 aprile 1945 non si sia suicidato, bensì sia fuggito in Sudamerica. E le prove di questa affermazione le fornisce niente meno che la stessa FBI che ha recentemente ‘desecretato’ ben settecento documenti, fino al 2014 classificati assolutamente ‘Top Secret’.

Una morte mai provata

La comunità accademica è sempre stata d’accordo sul fatto che Hitler, unitamente alla sua neo sposa Eva Braun, si suicidò il 30 Aprile 1945 nel bunker della Cancelleria del Reich. I russi, cioè i primi a essere entrati a Berlino all’epoca dei fatti, hanno testimoniato con alcune foto la morte del dittatore nazista e della Braun. Foto che però ritraggono due scheletri anneriti, assolutamente irriconoscibili. Alcuni documenti, resi noti dalle autorità sovietiche molti anni dopo la fine del conflitto, ‘dimostrerebbero’ che i resti carbonizzati di Hitler e della Braun furono recuperati e seppelliti in due diversi luoghi, che però non è mai stato indicato dove esattamente. In realtà, dopo che le pressioni internazionali si fecero più pesanti, i russi si videro costretti a dimostrare, con prove certe e documentate, la morte del dittatore nazista. Fu così che nel 1970 il Kgb ‘confessò’ di aver preso le impronte dentali di Hitler e della Braun, mai mostrate pubblicamente, che confermerebbero la loro identità e di averli successivamente esumati per poi cremarli e quindi disperderne le ceneri.

Perciò, l’epilogo di una vicenda, sicuramente la più traumatica e significativa del XX secolo, sarebbe tutta qui, racchiusa in un paio di foto e basata sulle scarne dichiarazioni del Kgb che, a dirla tutta, non è mai stato noto per la sua affidabilità nel rivelare chissà che verità, come qualsiasi altro servizio segreto al mondo. Anzi, questa omertà dei russi non ha mai contribuito a dimostrare la reale morte del dittatore nazista. Se è vero che la storia si basa su documentazione certa, su Hitler di certificato c’è solo il mistero, il segreto, il dubbio e la celata verità. Tutte cose che alimentano dubbi e fanno pensare a chissà quali complotti.

L’FBI confermerebbero la fuga di Hitler

A quanto sembra, subito dopo la seconda Guerra Mondiale gli investigatori dell’FBI hanno dato la caccia ad Adolf Hitler, ponendo da subito forti dubbi sulla effettiva credibilità delle (inaffidabili) affermazioni offerte dai russi. Alcuni indizi, infatti, sembrano aver portato l’FBI alla conclusione che Hitler non sia morto suicida, bensì che si sia rifugiato in Argentina. Hitler, sempre secondo l’FBI, si sarebbe rifugiato in un piccolo angolo del Sudamerica, protetto dalla grande comunità tedesca e soprattutto dall’allora presidente Juan Domingo Peron, da sempre simpatizzante del regime nazista, e che sempre lì sarebbe morto nel 1962. E proprio a San Carlos de Bariloche, in Argentina, è curiosamente presente una villa, una copia quasi identica della residenza di Hitler nel Berghof. I sostenitori della fuga di Hitler sono convinti che quella specifica villa sia stata la residenza dell’ex Fuhrer in Sudamerica. Non è un caso se negli anni si sono moltiplicate le testimonianze di persone che assicurano d’aver visto Hitler ed Eva Braun proprio a San Carlos di Bariloche.

La pagina web dell'FBI dedicata a Hitler

In calce si possono scaricare alcuni file resi noti dall’FBI dopo la loro 'declassificazione' e pubblicati sul sito ufficiale dell’Agenzia Federale, per cui la loro autenticità è verificabile al seguente link: https://vault.fbi.gov/adolf-hitler/.

A premessa dei file c’è la seguente dichiarazione del Bureau:

“Adolf Hitler (1889-1945) era il leader del socialista (nazista) Partito nazionale e Cancelliere tedesco dal 1933 al 1945; ha condotto il paese nella seconda guerra mondiale nel 1939. I documenti di questa gamma di file trattano di un periodo che va dal 1933 al 1947, ma cadono soprattutto nel 1933 o tra il 1945 e il 1947. Nel 1933, l’FBI ha indagato su una minaccia di morte contro Hitler. All’indomani della capitolazione della Germania nel 1945, le forze alleate occidentali sospettano che Hitler si sia suicidato, ma non hanno trovato prova della sua morte.

A quel tempo, si temeva che Hitler potesse essere sfuggito poco prima della fine della guerra, e le ricerche si sono concentrate per determinare se fosse ancora vivo. L’Ufficio di presidenza dell’FBI ha esaminato alcune delle voci di sopravvivenza di Hitler.”

Tra l’altro, in un memorandum segreto dell’FBI, oggi declassificato e firmato dall’allora direttore J. Edgar Hoover, lo stesso avrebbe dichiarato che:

“I funzionari dell’esercito americano in Germania non hanno localizzato il corpo di Hitler, né vi è alcuna fonte affidabile che dirà sicuramente che Hitler è morto.”

La fuga di Hitler in un documentario di History Channel

Fuga di Hitler - Verità o leggenda’, questo è il titolo di un documentario/verità in otto parti che verrà trasmesso prossimamente dal canale televisivo ‘History Channel’ (a novembre negli USA, ndr). Gli operatori televisivi hanno seguito le indagini di un team di ricercatori, capeggiati dallo scrittore ed ex agente della CIA Robert Baer, di cui fanno parte anche l’ex funzionario dei servizi segreti Tim Kennedy e un soldato delle forze speciali Usa, membro del gruppo di monitoraggio di Osama Bin Laden dopo il 9/11. Baer e il suo team ha seguito le tracce di Adolf Hitler in diversi paesi, tra l’altro utilizzando macchinari dalla tecnologia sofisticata e all’avanguardia. Le loro ricerche si sarebbero basate anche sulle centinaia di documenti segreti dell’FBI che sono stati desecretati nel 2014, alcuni dei quali sono scaricabili in calce a questo stesso articolo, a testimonianza che l’ipotesi è alquanto ‘seria e credibile’.

Robert Baer testimonierebbe che la fuga di Hitler è probabilmente avvenuta tramite un tunnel che collegava quello che fu il bunker della Cancelleria del Reich alla metropolitana di Berlino (una volta nota come U6 e ora chiamata ‘Stazione Luftbrücke’) e da quest’ultima all’aeroporto Tempelhof. Poi, dopo aver viaggiato su un U-boat dalla Spagna, il dittatore tedesco potrebbe aver passato il resto della sua vita, magari pensando all’ascesa del Quarto Reich, in un angolo sperduto e segreto della giungla argentina.

Il team di Baer avrebbe scoperto questo famoso tunnel, fino a qualche tempo fa assolutamente sconosciuto, utilizzando un dispositivo chiamato ‘state-of-the-art’, una sorta di sonar impiegato dai militari americani nelle loro ‘caccia all’uomo’ (lo stesso usato in Iraq per scovare il Rais Saddam Houssein quando si era nascosto in un pozzo, ndr). Baer avrebbe trovato una parete fasulla nella metropolitana di Berlino, dietro la quale è venuto alla luce quella parte del tunnel che porta nei pressi dell’aeroporto di Tempelhof. Non solo Hitler si sarebbe dato alla fuga beffando i russi, bensì dai rapporti dell’FBI sembra sia provata la reale possibilità di un vero e proprio ‘esodo di massa nazista’ dall’aeroporto Tempelhof avvenuto il 21 aprile 1945, cioè il giorno dopo l’ultimo avvistamento pubblico registrato di Adolf Hitler e ben nove giorni prima dell’asserito suicidio dell’ex Fuhrer nazista.

Come si evince, su questa parte della Storia non è ancora stata scritta la parola ‘fine’.


Allegati (documenti in PDF inseriti in cartelle compresse da scaricare):

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