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I docenti del Liceo romano "Vittorio Gassman" si difendono dagli attacchi mediatici su un presunto caso di bullismo

Qualche giorno fa sulle colonne di alcuni giornali viene denunciato un presunto caso di bullismo e omofobia a danno di uno studente del Liceo Gassman di Roma. Sulla faccenda sta indagando la Procura della capitale. I docenti si difendono: “I giornali ci attaccano ingiustamente. Siamo offesi. La nostra scuola è esempio di inclusione e accoglienza”.

Di seguito la lettera dei Docenti del Liceo “Vittorio Gassman” a sostegno dei colleghi su un presunto episodio di intolleranza e bullismo omofobico avvenuto nella scuola

È con tutta l’amarezza e l’indignazione che i docenti del Liceo Gassman esprimono totale disappunto sui fatti che in questi giorni hanno visto la scuola e le migliori energie dell’Istituto sotto i riflettori della stampa nazionale in merito ad un episodio di presunta intolleranza e bullismo omofobico accaduto nel maggio 2014.

Una campagna mediatica virale, su cui farà luce la magistratura, che restituisce da un lato l’immagine di un istituto colpevole di promuovere la cultura del rispetto delle differenze e del rifiuto delle discriminazioni, e dall’altro di un corpo docente assolutamente incapace di azioni educative coerenti a sostegno del pluralismo, l'integrità e la dignità.

I media non risparmiano nemmeno l’attuale dirigente dell’istituto, la professoressa Maria Vittoria Serru che apprende dai giornali di essere oggetto di indagine della magistratura per fatti che non la riguardano: vittima anch’essa della benché minima conoscenza della deontologia giornalistica e dell’effetto spettacolarizzante di certa carta stampata, la dirigente -in servizio presso il Gassman dal 1 settembre 2014- al tempo dei fatti dirigeva di fatto un altro Istituto fuori Roma.

Ora senza entrare nel merito dei punti di forza dell’attività progettuale della scuola e di ciascun docente -caratterizzate dall’inclusione, dall’accoglienza ai bisogni speciali, alla lotta all’omofobia e al bullismo- tutti noi siamo consapevoli e ben preparati rispetto ad un bacino d’utenza complesso, variegato che si attesta nelle abilità di base, dispersione e disagio a livelli bassi rispetto alla media regionale, del centro sud e nazionale!

Dati importanti che rendono urgente un lavoro puntuale non solo sul piano dell’innovazione della metodologia didattica e della creatività –spesso modellate da molteplici spinte intrinseche- ma soprattutto delle buone pratiche e della gestione dei conflitti.

Ecco perché noi docenti tutti siamo profondamente offesi da ciò che sta circolando sul web e carta stampata, appunto l’immagine di una scuola che non ci rappresenta nella modalità in cui gestisce i conflitti. Saremmo docenti ottusi assolutamente inadeguati a percepire l’interazione tra differenze e significati fertili, produttori di senso, pedagogicamente rilevanti.

«Luca ti odiamo», insulti in chat Bullismo omofobo al Gassman... è la sintesi con cui titola uno dei tanti quotidiani nazionali... parole che pesano come un macigno sulle nostre coscienze e sulla professionalità della scuola!

È per questo che forse vale la pena ribadire che il liceo Gasssman non è solo un’istituzione sociale dove si acquisiscono crediti da spendere come i numeri al lotto per un esame finale che somma punteggi... la nostra scuola è soprattutto un luogo di accoglienza e inclusione dove ciascuno possa sentirsi accettato, responsabilizzato e considerato come “persona”.

Un luogo dove è fondamentale sperimentare costantemente strategie per far “innamorare” gli studenti del sapere, unica via percorribile per far lievitare orizzonti culturali, sociali ed umani.

Un percorso che vede insegnanti e studenti guardare nella stessa direzione - perché sappiamo che da soli non si va da nessuna parte - verso un’idea di scuola percepita non come un luogo di costrizione, fatto di fatica e talvolta anche di noia, ma una possibilità unica e straordinaria di crescita umana e intellettuale da condividere in armonia seppur con autorevolezza, fermezza e coerenza.

Ci piace pensare alla professione non come esaltazione della “funzione docente” centrata unicamente sull’insegnamento, quanto sull’apprendimento, quasi un voler a tutti i costi osservare e misurare il prodotto finale di un mestiere che se non produce rivoluzioni cognitive e formative oltre che passioni è pressoché inutile.

Sappiamo che quando si parla di comportamenti violenti o nonviolenti non è la genetica ad essere chiamata in causa, ma fatti legati all’apprendimento e all’acculturazione e che, rispetto a ciò, abbiamo ampi e importanti ambiti di azione.

In tutto questo non vogliamo far passare l’idea che siamo fuori dal mondo, ma semplicemente ribadire che il Liceo Gassman, proprio per le intrinseche difficoltà caratterizzate da un’utenza complessa, si è dovuto “attrezzare” ancor più rapidamente alle difficoltà che vive la scuola in generale per accorciare non solo la dissonanza di linguaggi e codici elaborati dalle culture “a vita breve” delle giovani generazioni, ma soprattutto per essere all’altezza di gestire quel microcosmo complesso che è genericamente la cosiddetta “classe”... quell’insieme di relazioni di cui fanno parte l’insegnante, i compagni, il sistema scolastico, la società…

I Docenti del Liceo“Vittorio Gassman” di Roma

 

Foto: ActuaLittré/Flickr

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