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I disturbi alimentari, l’obesità e l’immagine del corpo

Lo schema corporeo è la conoscenza del proprio corpo ricavato dalle informazioni provenienti dai nostri organi sensoriali. L’immagine corporea è “il quadro mentale che ci facciamo del nostro corpo, vale a dire il modo in cui il corpo appare a noi stessi”

Il corpo è stato soggetto di studio di discipline molto diverse tra loro. Studi neurologici, psichiatrici, psicodinamici, fenomenologici, sociologici si sono interessati del corpo ma è venuto a mancare un dialogo tra ricercatori. I disturbi del comportamento alimentare hanno contribuito ad una maggiore sistematicità della ricerca, in questo ambito, per la presenza di un nucleo psicopatologico caratterizzato da un’eccessiva preoccupazione per il peso e la forma. Si sono così delineati due concetti che includono le rappresentazioni cognitive, affettive e percettive del corpo: lo schema corporeo e l’immagine corporea.

Lo schema corporeo è la conoscenza del proprio corpo, ricavato dalle informazioni provenienti dai nostri organi sensoriali.

L’immagine corporea è “il quadro mentale che ci facciamo del nostro corpo, vale a dire il modo in cui il corpo appare a noi stessi” (Schilder 1950).

Possiamo quindi dire che,mentre lo schema corporeo è un modello del corpo di tipo percettivo, l’immagine corporea è il modo in cui ognuno di noi vive a livello cognitivo-emozionale il proprio corpo. Diversi fattori concorrono a creare un’insoddisfazione per il corpo: il confronto sociale, le pressioni socioculturali, le battute di scherno, la maturazione precoce, la bassa autostima, l’eccessivo perfezionismo. Quanto più è distante l’immagine reale dalla cosiddetta immagine ideale di sé, tanto più il rapporto con il proprio corpo sarà problematico.

Il rischio è quello di sviluppare comportamenti di evitamento sociale o di eccessivo controllo. La paura del confronto e del giudizio porta alcune persone a chiudersi, sempre di più, in un mondo fatto di diete restrittive e controlli eccessivi allo specchio. Ma come ricorda C. Fairburn “se si cerca il grasso, lo si trova”. Chi soffre di un disturbo del comportamento alimentare, valuta se stesso principalmente attraverso il corpo, il peso e la sua alimentazione, dando meno importanza alla famiglia, al lavoro, agli amici, agli hobby, ecc. Tende, inoltre, a confrontare il proprio corpo con quello degli altri, specie con modelli imposti dai media o con amici che hanno una costituzione diversa dalla propria.

Per un operatore sanitario è indispensabile, quindi, aiutare queste persone a ridurre i comportamenti di controllo allo specchio, promuovere l’importanza di altri “domini” di autovalutazione e aiutarli ad affrontare la tendenza a confrontarsi con gli altri.

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