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Grazie alla rete qualcosa sta cambiando

 

C’è una rivoluzione culturale in atto che sfocia in una migliore consapevolezza di quello che ci circonda e pian piano la conoscenza di fatti ed episodi associati alla politica forma nuovi italiani. Tutti i giorni grazie alla rete decine di movimenti, associazioni e gruppi, nascono e si scambiano notizie e, in tempo reale riescono a sapere parte di fatti e misfatti. In tempo reale, si stabiliscono connessioni congeniali tra tutti coloro che frequentano con vivacità i blog ed i social network.

Sullo sfondo di un continuo ed instancabile confronto civile che supera momenti difficoltosi e continua a vivere grazie allo sforzo di tutti, proprio tramite Internet si assiste alla nascita di una vera e propria foriera di scambio, crocevia di opinioni ed idee diverse e banco di proposte, tutte veicolate da un sogno comune: quello di operare un cambiamento costruttivo al servizio della comunità in un momento caratterizzato da forti inquietudini e preoccupazioni sul futuro dei più giovani e del nostro Paese.

Le discussioni non ignorano la pesante crisi che viviamo, e quindi non prescindono dalla responsabilità civile che tutti noi sentiamo nel vigilare scrupolosamente sul mondo della politica locale ed anche nazionale.

Ora aspettiamo tutti con ansia il momento o i momenti emblematici di un altro passo in avanti, la partecipazione alla vita civile, politica e sociale. Abbiamo tutti il dovere ed il potere di operare per il bene comune e soprattutto dobbiamo tutti lottare per i nostri diritti. Non abbiate paura, il bellissimo messaggio con cui il caro Wojtyla si presentò al mondo nella sua prima liturgia domenicale da Santo Padre, il 22 ottobre 1978. Appello rivolto in questo momento anche ai tanti sacerdoti in considerazione dei gravi fatti accaduti. Tutti abbiamo appreso ormai quanto sia veramente delicato e precario il momento che attraversiamo, momento in cui i partiti non riescono a trovare soluzioni e prima ancora non riescono a fare a meno di inciuci ed alleanze di tornaconti. Facciamo i conti, tutti i giorni, con parole come “crisi”, “spread”, “precarietà” e “disoccupazione”, e abbiamo capito che la nostra non è solo una crisi economica, ma soprattutto culturale, etica e civile. La tendenza della popolazione a cercare a tutti i costi una guida, un grande capo che ci tiri fuori dalla crisi sia a livello locale che nazionale, va sradicata! Il cambiamento deve partire dal basso e dalle cose più piccole. Continua lo spreco di denaro pubblico destinato alla realizzazione di opere che non hanno nessuna utilità concreta per la popolazione e nessuna ripercussione a lungo termine sull’economia; si da seguito al ladrocinio di fondi che appartengono alla collettività; vengono perpetuate da più di un ventennio azioni illegali e criminali che coinvolgono parte della classe dirigente nazionale e locale, cioè coloro che dovrebbero ergersi a modello per tutti noi.

I dati sulla disoccupazione sono sempre più preoccupanti ed i numeri crescono in modo esponenziale; i nostri giovani pagano il prezzo più alto, hanno le ali tarpate perché non trovano un ruolo nella società che li permetta di realizzarsi e spesso sono costretti a prolungare a tempo indeterminato il domicilio con i genitori! Molti di loro, che ancora si fidano di questa classe dirigente, probabilmente spinti anche dalle indicazioni dei loro genitori, si illudono e con la speranza del posto di lavoro seguono come cagnolini, quasi ricattati, passo passo il faccendiere di turo. Tanti invece, scelgono di espatriare in cerca di fortuna, proprio come hanno fatto i nostri nonni o i nostri genitori emigrando in Nord Europa, America o Australia 60 anni fa! Corsi e ricorsi storici che non possiamo pagare solo noi.

Questa è la situazione. Una fase che grava solo sui sugli strati sociali più deboli e le famiglie che costituiscono la base del nostro Paese. Finalmente, ora c’è una luce, una speranza quella di aver raggiunto la consapevolezza che l’informazione, il dialogo, il confronto e soprattutto una comunicazione a 360 gradi verso tutti, possano contribuire fortemente alla crescita di un cittadino rinnovato e pronto ad opporsi.

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