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Google compra Motorola e sfida Apple: ma è scontro sui brevetti

Apple non fa in tempo a godersi il primato, appena conquistato, di "azienda più in salute del momento" che deve iniziarsi a guardare seriamente le spalle da quello che è ormai il suo concorrente più agguerrito, Google.

La società che ha ideato il motore di ricerca più utilizzato al mondo,annunciando ieri di avere acquistato Motorola Mobilty, azienda di telefoni cellulari e tablet, ha fatto un importante balzo all'interno di un mondo che, finora, stava divenendo sempre più un esclusiva della società di Jobs & Co. L'operazione, costata 13 miliardi di dollari, è la più grande mai condotta nel settore.

L’acquisto di Motorola è finalizzato alla difesa ed alla proliferazione di Android, sistema operativo per dispositivi mobili, in diretta conmpetizione con i software di Apple e Microsoft.

Come spiegato da Larry Page, amministratore delegato di Google, è proprio questa la motivazione principale che ha spinto la sua compagnia a fare questo passo: "abbiamo recentemente spiegato come alcune società quali Microsoft, Apple, Oracle si sono alleate per dare il via ad operazioni anticompetitive. Il dipartimento di Giustizia deve intervenire al più presto in difesa della competizione e dell’innovazione apportate dalla comunità opensource".

In pratica le operazioni a cui ha accennato Page consistono nell'accaparrarsi gli 882 brevetti di Novell - una multinazionale di software e servizi telefonici - attraverso la costituzione di consorzi che fanno sospettare l'istituzione di politiche di cartello, quali la Rockstar e CPTN, guidati da Microsoft e che includerebbero anche Apple.

Tramite queste acquisizioni i giganti del software hanno acquisito un'ampia serie di brevetti utilizzati dalle piattaforme di telefonia mobile.

Questo consentirebbe di chiedere a Google di pagare circa 15$ per la licenza su ogni apparecchio Android, rendendolo così molto più costoso per il consumatore rispetto ad altri provvisti di sistema operativo differente. Windows Phone 7 ad esempio.

Invece di competere con la costruzione di nuove funzionalità o dispositivi, cercano di lottare per vie legali

Questa l'accusa che Google ha sferrato nei confronti di questa strategia definita "anti-competitiva", che ha visto anche un incremento del costo dei suddetti brevetti, il cui portfolio è salito ben oltre il valore reale, stimato intorno al miliardo di dollari e pagato circa 4.5 miliardi di dollari. 

Il dipartimento di Giustizia (DOJ) si è quindi interessato alla questione e dovrà stabilire se l'acquisto dei brevetti Novell è stato fatto in temini leali o con intenti anti-competitivi.

L'unica certezza al momento è che quindi Android resterà una piattaforma aperta confermando ancora una volta la politica differente e quasi in controtendenza che da anni Google porta coraggiosamente avanti.

E pensare che appena due mesi fa era uscita la notizia che Apple, con il suo capiente portafoglio di 70 miliardi di dollari - fra utili, titoli negoziabili a breve e lungo termine, denaro insomma che normalmente viene utilizzato per importanti investimenti - avrebbe potuto acquistare tranquillamente HTC, Nokia, RIM, LG, Sony Ericsson e la stessa Motorola, il che equivaleva a dire quasi la totalità delle società concorrenti del settore telefonico.

L'intrusione di Google ha scacciato lo spettro di questa possibilità ventilata nei mesi scorsi che avrebbe significato, eventualmente, la nascita di un vero e proprio monopolio.

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