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Gli “anticorpi” contro la corruzione e la concussione nella P.A.

Gli “anticorpi” contro la corruzione e la concussione nella P.A.

Finalmente gli appelli della Corte dei Conti sulla corruzione e sulla concussione nella Pubblica Amministrazione non sono caduti nel vuoto: il Governo, che evidentemente stava già studiando il problema, ha reagito alle preoccupate relazioni dei vertici della magistratura contabile nell’occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2010, ponendo in cantiere un’iniziativa legislativa “forte” contro il fenomeno.
 
Sull’inasprimento delle pene per questo tipo di reati, ivi compresa l’esclusione dalle amministrazioni locali, nulla quaestio: il Consiglio dei Ministri ha esaminato una proposta del Ministro Alfano e l’ha trovata adeguata. Più difficile è riuscire a creare quegli “anticorpi” nella Pubblica Amministrazione contro il “tumore maligno” della corruzione, come auspicato dal Presidente della Corte dei Conti Tullio Lazzaro, il quale ha parlato dell’esigenza di recuperare “senso etico” perché «se non c’è senso etico nell’agire non bastano mai i giudici, i carabinieri o le altre forze dell’ordine a combattere questo male».
 
Pare che questo abbia comportato l’esigenza di disposizioni integrative al testo originario ed il suo rinvio ad una prossima riunione. E si è tutti curiosi di conoscere le decisioni dell’esecutivo: se è facile aumentare le pene per un certo tipo di reati, non lo è altrettanto far funzionare correttamente la macchina pubblica.
 
Ad esempio, come un cane che si morde la coda, ritorna l’esigenza del buon funzionamento della Giustizia. Ci si ponga nei panni di un soggetto che vuole operare nel settore dei contratti della Pubblica Amministrazione. Gli attuali malfunzionamenti della Giustizia sono tali che egli dovrà rapportarsi con i pubblici funzionari preposti alla gestione dei contratti senza poter fare affidamento alcuno sul nostro sistema giudiziario (a meno di non voler andare incontro ad un sicuro fallimento della sua attività economica). Ne consegue che dovrà utilizzare altre vie possibili e, fra queste, vi è quella della corruzione. La precedente non è un’ipotesi di scuola, ma è pura realtà: lo sanno bene gli italiani, perfettamente consapevoli, secondo i sondaggi statistici, dell’estrema diffusione del fenomeno della corruzione.
 
Ovviamente questa considerazione non vuole e non può essere una giustificazione per quanti corrompono i pubblici funzionari; ma è pur vero che, come dicevano i latini, ad impossibilia nemo tenetur (nessuno può essere obbligato a fare qualcosa di impossibile). Da qui una delle cause dell’assenza di quegli “anticorpi” invocati dal Presidente Tullio Lazzaro. E l’inasprimento delle pene per i reati di corruzione e di concussione, senza altri importanti correttivi al funzionamento delle Istituzioni, di tante Istituzioni (comprendendovi in primis quella giudiziaria) finisce per essere pura demagogia senza buon esito alcuno.
 
Resta comunque, e non è poco, il fatto nuovo della reazione della classe politica di governo alle denunce della Magistratura Contabile; reazione che ha persino preso “in contropiede” taluni esponenti dell’opposizione, che, senza capire la novità che era nell’aria, hanno continuato a parlare come niente fosse del cosiddetto “processo breve” (il quale, a dire il vero, con la lotta alla corruzione ed alla concussione nella P.A., c’azzecca un poco, ma molto poco). Comunque sia di ciò, staremo a vedere come andrà a finire questa vicenda, che ci riguarda tutti molto da vicino.

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