• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Home page > Attualità > Giulio Regeni: il Comune rimuove lo striscione. L’indecenza meschina di (...)

Giulio Regeni: il Comune rimuove lo striscione. L’indecenza meschina di Trieste

Quando penso a Giulio Regeni, la mente si ferma alla conferenza stampa del 29 marzo. A quando soprattutto la mamma di Giulio ha preso la parola nella sala Nassiryia del Senato della Repubblica. Non ha pianto. Una mamma che ha ribadito per due volte di essere la madre di Giulio. Una mamma che che ha urlato al mondo intero che suo figlio è stato torturato come i nazifascisti torturavano i partigiani, ma con una differenza, i partigiani erano in guerra, Giulio Regeni era in Egitto per studiare, comprendere, conoscere. Ancora oggi la verità e figuriamoci la giustizia latita. E purtroppo le analogie con il tremendo caso di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sono consistenti. Si può o non si può condividere la linea di direzione che ha intrapreso Amnesty per la ricerca della verità. Non è questo il punto. Il punto è che in questo mondo i simboli sono fondamentali. Ed anche uno striscione può valere più di mille atti formali e sostanziali. Sono tantissimi i Comuni italiani che continuano ad esporre lo striscione Verità per Giulio Regeni. Tante le abitazioni private. Tante le auto private. Un messaggio che quando lo vedi, ti invita ad indignarti, perché sai che quello striscione rimarrà esposto fino a quando verità e giustizia non sarà fatta.

Ma a Trieste, proprio nel momento in cui vi è una vetrina internazionale importante, come la Barcolana, viene rimosso dal palazzo “sipario” di Piazza dell'Unità d'Italia. Dicono essere la piazza più bella d'Europa che affaccia sul mare. In questo momento è la piazza più amara d'Europa ed il mare è sempre più malinconico e rabbioso. Lo striscione è stato rimosso nella mattinata del 7 ottobre, dopo una richiesta in tal senso come avanzata da due consiglieri di Forza Italia, un leghista ed uno che ha sostenuto la lista civica dell'attuale Sindaco Dipiazza di Trieste, perchè rischiava di essere solo un mero ornamento.

Usando al contrario le motivazioni a sostegno di tale rimozione come avanzate da un consigliere rilevo che quello striscione è un atto di piena partecipazione, quello striscione è un simbolo, quello striscione parla di Giulio Regeni, quello striscione si rivolge al presidente al-Sisi, ai nostri sistemi di sicurezza, alla famiglia di Giulio, quello striscione si rivolge al mondo intero. Quello striscione parla sicuramente alle nostre coscienze e soprattutto alla nostra razionalità, ed è un modo per incitarci a non arrenderci alla non verità, alla menzogna, quello striscione è un mero atto di vicinanza. Quello striscione ci aiuta a non rimanere indifferenti e fino a quando sarà li esposto non si potrà essere a posto con noi stessi, perchè significa che verità e giustizia non è stata fatta.

Rimuovere quello striscione è un mero atto di sciacallaggio verso le nostre coscienze che preferiscono non vedere, piuttosto che porsi delle domande e dei perchè.

Marco Barone @ilKontrastivo 

 

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità