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Giugliano, sciolto il consiglio comunale. Nominata la commissione straordinaria

Notizia di poche ore fa: il consiglio comunale di Giugliano in Campania, comune di 120mila abitanti, è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche. A deciderlo è stato il governo a seguito del dossier della commissione di accesso che ha lavorato per mesi sui legami tra stato e mafia nel giuglianese. 

Su richiesta del ministro dell'interno, Annamaria Cancellieri, il consiglio dei ministri ha deliberato il provvedimento sullo scioglimento del comune napoletano nominando i commissari straordinari che gestiranno il municipio per i prossimi 18 mesi. 

Annullate, o meglio congelate, anche le elezioni amministrative e le liste dei candidati, da tenersi il prossimo mese di maggio, per il rinnovo del consiglio comunale. In corsa c'erano l'ex giudice, Antonio Panico, per il Pdl, già vicesindanco nell'amministrazione di Giovanni Pianese, ex sindaco (fino alle sue dimissioni di quattro mesi fa per la sua candidatura al Senato), e Antonio Poziello per il Pd, dopo il plebiscito di voti alle primarie (3249 voti su 3675) di domenica scorsa. A loro e agli altri candidati, quindi, li attende un altro anno e mezzo di campagna elettorale. 

Dalla nota di Palazzo Chigi si evidenziano le ragioni della nomina della commissione straordinaria: "Lo scioglimento è motivato dalla presenza di collegamenti diretti e indiretti tra componenti del consesso e la criminalità organizzata locale che hanno compromesso il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione comunale". 

È la triste e arcinota realtà del terzo comune più grande, della Campania, per popolazione. Terra dei Mallardo, spietato clan che ha legami anche con i cartelli di Scampia e di Casal di Principe. La scelta del governo è partorita dal dossier di 500 pagine e 1600 fogli allegati firmato da Giovanni Cirillo, prefetto vicario di Salerno, il vicequestore Pasquale De Lorenzo e l'ingegnere Giuseppe Rocco.

Questo dossier, poi, è stato portato sulla scrivania del prefetto di Napoli, Francesco Musolino, in carica dall'ottobre 2012, che ha formulato al Viminale l'ipotesi di scioglimento per infiltrazioni camorristiche. 

 

 

 

 

 

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