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Giro 2014: le pagelle, tra promossi e bocciati

Dopo una lunga giornata di riflessioni sono finalmente pronte le pagelle per questo bel Giro appena concluso.

NAIRO QUINTANA 8: Partire per una grande corsa a tappe coi favori del pronostico è molto pesante anche per i corridori più esperti. Nella prima metà del Giro passa giornate anche molto difficili tra cadute e malesseri. Non piace ad Oropa sove sfrutta il lavoro di Pozzovivo. Il dubbio che non sia il più forte però ce lo leva in Val Martello e sul Grappa. Giro meritatissimo e controllato dall'alto con circospezione. Si emoziona solo in cima allo Zoncolan dove per un attimo scende qualche lacrima dal suo volto sempre criptico. Ed il ragazzo ha solo 24 anni!

 
FABIO ARU 8: Il nuovo che avanza del ciclismo italiano. La scoperta è davvero bella perché si tratta di un ragazzo umile, tenace e che quando scatta in salita sa andar forte. I due exploit a Montecampione e sul Grappa ce lo hanno fatto amare. Il terzo posto sul podio è il giusto premio. Un talento da tutelare. 

RIGOBERTO URAN URAN 7-: Tirando le somme non è che sia andata male al colombiano: secondo posto ed un successo di tappa. Il successo a sorpresa nella crono dei vini gli ha regalato la Rosa e per qualche giorno i favori del pronostico si sono spostati su di lui. Le grandi montagne però lo mettono in crisi: il passaggio dalla Sky alla Omega lo ha reso un corridore più da Tour. Mostra i muscoli sul finale quando sullo Zoncolan si è tenuto ben stretto il secondo posto che già vedevamo nelle mani di Aru.

 PIERRE ROLLAND 7+: Tra gli uomini di classifica è quello che semina di più e che raccoglie di meno. Attacca e vivacizza continuamente la corsa, in modo magari a volte un po' goffo. Il quarto posto e l'assenza di un successo di tappa pesano in modo negativo sul suo bilancio. Certo è che lo scalatore transalpino, che tra un mese sarà comunque alla Grand Boucle, nella corsa rosa ha trovato il suo habitat naurale. Speriamo di rivederlo presto.

DOMENICO POZZOVIVO 6,5: Cosa ci si aspettava da lui? Se la risposta era un posto nella top 5 ci è riuscito ma tutto sommato è difficile accontentarsi. Il lucano ha avuto dalla sua un percorso congeniale, una squadra valida che puntava su di lui ed anche qualche uomo di classifica a lui superiore saltato per strada. Tutto sommato una corsa in cui si è fatto notare poco, se non nell'attacco ad Oropa.

CADEL EVANS 6: La tenacia e la grinta sono quelle di sempre, le gambe no. Il campione australiano parte fortissimo, veste la Rosa, ma si sgonfia nella terza terribile settimana. Finisce anche dietro alle sorprese Majka e Kelderman. Tuttavia vederlo per le strade italiane è sempre un piacere, gli applausi per lui ci saranno sempre.

IVAN BASSO (e la CANNONDALE) 5: Il campione varesino non ha resistito alla tentazione del fare un "Giro di troppo". La Cannondale lavora tanto anche per lui ma esce dai giochi con un pugno di mosche in mano. Moser non riesce ad esplodere; Viviani, anche un po' sfortunato, non incide. 

 FRANCO PELLIZZOTTI 7: Dei giovanotti italiani è quello che ne esce meglio di tutti. La Androni crede in lui ed il delfino la ripaga con un 12° posto ed un finale di Giro da protagonista. Se sullo Zoncolan non ci fosse stato Rogers sarebbe stato il coronamento perfetto per il 36enne.

BARDIANI VALVOLE CSF 8: Hanno preso tutto loro. Davvero terribili questi ragazzi dalle tute verdi! Canola, Pirazzi e Zardini portano a casa il sucesso parziale. Buongiorno ci va vicinissimo sulla tappa più prestigiosa. Un gran gruppo in condizione splendida che mette in ombra altre squadre tradizionalmente molto attive come la Neri Alè di Luca Scinto. 

SCARPONI E RODRIGUEZ sv: Un giro senza grandi star ha perso sin dall'inizio due grandi protagonisti. Dispiace molto perché si tratta di corridori dalla forte personalità e tanto simpatici quanto spettacolari.

MARCEL KITTEL 7: Due volate confuse, disorganizzate, ma stravinte. Peccato che in Italia non ci sia arrivato.

NASSER BOUHANNI 7- : Chiude a Trieste con la maglia rossa, il che è lodevole visto le mille montagne che ha dovuto scalare per arrivarci. Dopo il ritiro di Kittel è il migliore dei velocisti in gruppo e lo dimostra. Si lascia sfuggire qualche tappa di mano. 

GIACOMO NIZZOLO 6,5: È come l'attaccante che in una partita si crea un sacco di occasioni ma proprio non riesce a buttarla dentro. Una carrellata di secondi posti, compreso quello nella classifica a punti, che dimostrano che c'è talento e agonismo. Manca giusto quel qualcosina in più che però per uno sprinter è tutto. Ha 25 anni, avrà modo di rifarsi.

Diego Ulissi 7,5

Michael Rogers 8

Dario Cataldo 7-

Julien Arredondo 7,5

Damiano Cunego 5

Michael Matthews 6,5

MAURO VEGNI 7,5 - Il direttore del Giro vince un'altra volta riuscendo a rendere avvincente una corsa senza i big del ciclismo mondiale. Ne esce una rassegna altamente spettacolare in cui i protagonisti sono i giovani. Vegni azzecca il percorso: bellissima la tre giorni irlandese, indimenticabile la terza settimana. Le montagne sono state davvero un attore centrale in questa edizione 2014. Riesce ad uscire bene dalla situazione spinosa di Bari; peccato la confusione in discesa dallo Stelvio.

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