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Giorgia Meloni rischia di portare l’Italia lontana dall’Europa

Giorgia Meloni, a capo del governo, non è vista di buon occhio, non solo da Bruxelles, ma nemmeno dalle femministe. I messaggi di donne che si levano contro la leader di Fratelli d’Italia sono tanti: “Se siete giovani fate le valigie”, scrive una donna sul suo profilo; “Che triste risultato abbiamo avuto. Per la prima volta non sono felice per la vittoria di una donna”, commenta un’altra, più giovane e con alle spalle simpatie moderate; “Nulla di inaspettato, ma lo sconforto è assoluto”, messaggia un’altra donna.

La preoccupazione ribolle e sarà così per giorni. Ci sarà un diluvio di risposte negative a una vittoria annunciata che non è stata frutto di chissà quale miracolo, ma è stato il risultato di un voto di protesta verso una classe politica mediocre, con la speranza che Giorgia Meloni possa fare miracoli che non potrà mai fare, per ragioni che non staremo qui a elencare, perché tra guerra in Ucraina, costo della vita che aumenta, crisi economica, disoccupazione galoppante, fuga dei cervelli, immigrazione clandestina, povertà in aumento, la Giorgia nazionale dovrà destreggiarsi tra una miriade di problemi di difficile soluzione. 

Ma se le preoccupazioni delle femministe sono giustificate, ancora di più lo sono quelle dell’Europa, che ha già inviato un messaggio a Giorgia Meloni: il suo governo, qualunque sarà, verrà monitorato attentamente per evitare derive fasciste e autoritarie. Perché Giorgia Meloni si definisce conservatrice per non definirsi fascista e camerata. Il suo sarà il primo governo a guida femminile nella storia della Repubblica Italiana, sorretta da due alleati, Berlusconi e Salvini, già da tempo antipatici a Bruxelles e che a malincuore saranno disposti a prendere ordini da una Meloni che, dall’alto dei voti ottenuti, sarà l’unica ad avere voce in capitolo.

Colpisce come in Italia la forza e la determinazione di una donna vengano riconosciute a destra e non a sinistra, patria di femministe in stile Boldrini e Murgia. Ma si sa che anche le donne, quando si tratta di rivaleggiare per il potere, non sono meno nemiche degli uomini. Anzi, il loro individualismo esaspera ancora di più le rivalità e i conflitti tra di loro.

Ciò che più preoccupa l’ascesa di Meloni non è tanto l’orizzonte economico, con la destra che dovrà giocoforza seguire le regole europee per non perdere i soldi del Pnrr, ma è quella culturale. Il partito di Fratelli d’Italia allarma per il pericolo di violare quei diritti civili sanciti della Corte Europea. La minaccia che si profila all’orizzonte è il blocco dell’attuazione della legge 194, il calpestamento dell’emancipazione femminile, il veto sulla cittadinanza italiana agli immigrati, il rifiuto del matrimonio egualitario, l’inasprimento delle misure contro l’accoglienza di richiedenti asilo, la censura sull’informazione, secondo un modello che si avvicina molto più al regime ungherese che alla democrazia europea. Un modello autoritario che porterebbe l’Italia lontana dall’Europa, oltre che riportare le lancette dell’orologio indietro nelle storia.

 

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