Fredo Viola è un uomo felice. A 39 anni ha trovato la sua musica e, con lei, il successo. Questo americano di Woodstok (New York) deve la sua nascente carriera di musicista a Internet e a una piccola macchina fotografica digitale. Tutto è inziato cinque anni fa su un sito di music sharing EM411.com (Electronic Music411.com) dove si possono caricare pezzi e avere il feedback. Ancora oggi sui forum del sito puoi trovare “un” Fredo che si scambia impressioni e battute con gli utenti. Il risultato? Dopo vari tentativi qualche sua composizione è stata utilizzata per colonne sonore (Jonathan Demme, The Manchurian Candidate) e nientepopodimeno che i Massive Attack lo hanno contattato per una collaborazione. E The Sad Song, il suo primo Ep, è stato un succeso.
Video The Sad Song
La musica come Fellini
Fredo, diminutivo o trasformazione di Alfred (forse un omaggio a Il Padrino e alle origini siciliane? Ho dimenticato di chiederlo) sostiene – forse troppo modestamente – di non avere una formazione musicale, anche se le varie biografie in rete dicono sia stato un soprano. Lui dice solamente aver fatto parte di una corale: «È stata un’esperienza orribile. I miei genitori mi hanno tolto perché sono stato picchiato. È complicato stare in un gruppo con così tanti ragazzini, maltrattati dall’insegnante: puoi immaginarti come eravamo gli uni verso gli altri. Per venti’anni non ho cantato: mi vergognavo della mia voce perché mi riportava alla mente cattivi ricordi». Hai memoria di quel periodo? «Una carta da parati di velluto viola e l’odore di lavanda».
Fredo ha frequentato una scuola di cinema e dice di «aver usato la sua formazione cinematografica applicata alla musica. Volevo essere il nuovo Fellini, ma visto che non è esattamente facile, ho lavorato per anni come image editor e animation desiner». A lui si deve, pare, una campagna pubblicitaria di l’Oreal. E sempre Fellini, che «usa la musica in chiave simbolica e ciclica», è alla base della sua isipirazione musicale. Cosa resta delle orgini italiane? I legami con la famiglia sono troppo lontani. Sicuramente la passione per il cinema: oltre a Fellini, anche Visconti e Pasolini: «Salò (e le centoventi giornate di Sodoma) è il mio preferito. Orribile e bellissimo». E qualche parola di italiano: un «finito», «pancetta» e «lumache». Strani abbinamenti.
Il cinema è, comunque, una parte fondamentale della sua arte: molte delle sue canzoni sono riprese in una serie – i cluster video – dove suona in presa diretta, e spesso anche in differtita, con i musicisti con cui collabora che si trovano in Francia o in Inghilterra. Il suo album è composto da un cd musicale e da un dvd che raccoglie tutti i video.
Video Red States: con i musicisti in “diretta”
Bulimia da download
Intervistato dopo un concerto al Café de la Danse a Parigi, in un bar di Bastille dallo stile finto cubano e con la musica troppo forte, Fredo è esausto ed estremamente soddisfatto. Effettivamente il concerto è stato un successo, costretto a raddoppiare bis e pezzi perché il repertorio non bastava più al pubblico. Per essere uno che ha usato la rete ha una posizione particolare sul download: «Non penso che le persone dovrebbero essere punite per il download, ma rovina la musica. E non parlo di soldi, ma del valore della musica. Tutto viene stoccato a blocchi: tutti i Radiohead, tutta Nina Simome, ecc... L’apprezzamento di un album come un tutto è annullato. Credo che condividere completamente il proprio hard drive abbia un cattivo impatto: toglie ogni passione. È un atteggiamento che fa morire la musica».
Video The Turn
In Francia «c’est génial»
Nel dicembre 2008 ha fatto uscire il suo primo album, The Turn, per la Because Music, uno delle più grosse Label indipendenti in Francia (tra i suoi nomi Manu Chao, Pascale Comelade, Faithless) e la stampa francese lo ha osannato. Per citarne alcuni: per Les Inrocks è «l’uomo dalle voci d’oro» e il suo album una «gioia per le orecchie»; Telerama parla del miglior album dell’anno «pop», dove per «pop» sta per «seducente, euforico e riposante. Atteso da tanto», Le Monde dice «magico, melodioso e inclassificabile». Ed effettivamente la musica di Fredo Viola è difficile da definire: ricorda un po’ i Sigur Ros, i Beach Boys, i canadesi Silver Mount Zion e pure Simon and Garfunkel con un po’ di gospel. E con un uso della voce quasi liturgico. Fredo è religioso? «Sono qualcuno di estremamente emozionale e spirituale, e credo nel mistero che è nella vita. Le cose più profonde della vita sono difficili da mettere in parole e impossibili da sottoporre a regole. Non credo che la religione per non funziona per me».
E a cosa è dovuto questo successo in Francia (oltre a un evidente ottimo lavoro di comunicazione della Because Music)? «Non lo so. Prima ero semplicemente seduto da solo nella mia casa a Woodstock e poi arrivo qui con tutte queste interviste. Se la Francia è qui (Fredo alza la mano sopra la sua testa) l’Inghilterra è qui (e mette la mano all’altezza delle sue spale)». E negli States? «Quasi niente. Ho iniziato a diffondere le mie cose in Internet e non so perché solo in Francia c’è stata questa reazione. Forse questo Paese si muove al mio ritmo. Onestamente non credo di essere famoso da nessuna parte: ho un buon riscontro su Internet. Ho iniziato cinque anni fa ora ho dei fan, anche se dovrei dire piuttosto amici, in tutto il mondo. Ma quello che dico ha senso?».
Libro: Il Castello di Kafka. All’obiezione: «Ma è un libro non finito!» risponde: «E non lo posso amare lo stesso?»
Piatto: «Bhé, qui ti devo dare la ricetta! Carciofi cotti con aglio, sale ,due tazze di vino bianco e una di olio. Fai stufare i carciofi in forno, li tiri fuori e fai cuocere i gambi fino a farci una salsa. In questa salsa ci metti una fetta di “pancetta”, le “lumache” (parole usata in italiano, ndr) e i carciofi. Delizioso, il mio piatto preferito»
Nel suo lettore Mp3: «Un sacco di vecchia musica. Conosci Irma Thomas? È una cantante di New Orleans dove si ritrovano delle influenze di “pre R’n’b” e di gospel. Veramente bellissimo. Di contemporaneo Juana Molina. La conosci? È argentina... il suo modo di cantare mi ispria moltissimo. E poi ascolto molto i musicisti con cui suono. E molta classica».