Fiat e il contratto criminale
La contrattazione è diventata materia difficile perché non tutti sono disponibili a trattare, ma soprattutto ad ascoltare
Ci vogliono così: arrendevoli, senza dignità, disponibili e, soprattutto, a basso costo. La FIAT ha provato ad esportare il modello ‘Pomigliano’ anche a Mirafiori, ma senza successo.
La strategia è chiara: distruggere il contratto nazionale per poter dare vita a contratti individuali del tipo ‘prendere o lasciare’.
E’ il risultato dell’applicazione demagogica della logica del mercato di fronte alla crisi, che pure qualcuno ancora si ostina a difendere.
Finalmente anche gli altri sindacati, i più arrendevoli di fronte alle ragioni del padrone (Cisl e Uil), quelli che per mesi hanno sparato contro gli estremisti della FIOM, sono stati costretti a fare (finalmente!) retromarcia.
La FIAT - con la solita arroganza che ha la fisionomia di Marchionne - ha presentato la sua proposta facendo finta di voler dialogare, quindi ha lanciato l’aut aut, infine si è alzata stizzita dal tavolo della trattativa: «Abbiamo preso atto che non esistono le condizioni per raggiungere un’intesa sul piano di rilancio dello stabilimento di Mirafiori» (Rebaudengo, della FIAT).
Le condizioni riguardavano le ormai annose problematiche relative alla mensa ed all’assenza per malattia.
Il peggio è che così FIAT fa uno strappo anche all’interno di Confindustria: il momento della partenza dall’Italia si avvicina…
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