Festa del Cinema di Roma: Viggo Mortensen si racconta in una masterclass
L’attore e regista, a Roma per ricevere il Premio alla Carriera, spiega: “Quando devo interpretare un ruolo faccio molta ricerca. Anche se poi il film non ha successo, quella esperienza mi resta come dono”.
“Parlo inglese perché è più semplice”. Esordisce con queste parole Viggo Mortensen alla masterclass organizzata in occasione della Festa del Cinema di Roma e lo fa esprimendosi in italiano. Sì, in italiano, perché l’attore – che quest’anno partecipa alla kermesse in veste di regista – di lingue ne conosce ben nove, di cui ne parla almeno cinque fluentemente. Il suo ultimo film, dal titolo “The Dead Don't Hurt” (“I morti non soffrono”, n.d.a.), presentato in anteprima al Toronto International Film Festival 2023 e riproposto a Roma nell’ambito della rassegna cinematografica “Grand Public”, racconta la storia d’amore tra Holger Olsen (interpretato da Mortensen), un immigrato danese, e Vivienne Le Coudy (Vicky Krieps), una donna canadese, ambienta in California, negli anni ’60 dell’Ottocento, durante la Guerra di Secessione. L’aspirazione per scrivere questo film – ha spiegato Mortensen – è arrivata da sua madre, “una persona psicologicamente molto forte, come la donna protagonista di questo film”. Peraltro, racconta l’attore, è stata sempre la madre a trasmettergli la passione per il cinema. “Il mio primo film, ‘Lawrence d’Arabia’, l’ho visto con mia madre in un cinema a Buenos Aires (città d’infanzia, n.d.a.) – ha raccontato Mortensen – e ho proseguito con altri film, come ‘Il Cacciatore’ e ‘Una giornata particolare’”. Non solo il cinema, ma anche lo sport ha avuto un ruolo importante nella vita dell'attore: a Buenos Aires, quand'era bambino, il calcio e poi, dopo il divorzio dei genitori, avvenuto quando aveva 11 anni e il trasferimento negli Stati Uniti (paese di nascita), al confine con il Canada, l’hockey su ghiaccio. La carriera d’attore comincia relativamente tardi, all’età di 28 anni, nel film “Witness - Il testimone” (1986), di Peter Weir, vincitore di due premi Oscar, nel ruolo di un agricoltore della comunità Amish. “Prima di fare l’attore – ha raccontato Mortensen – ho lavorato in fabbrica, ho fatto il camionista e anche il fioraio a Copenaghen”. “Queste esperienze – ha proseguito – mi hanno dato la possibilità di interagire con molte persone, di comprendere l’importanza di fare un buon lavoro e di arrivare in orario per evitare il licenziamento”. Nonostante una pregressa e proficua carriera, caratterizzata da collaborazioni con importanti registi, tra i quali Brian De Palma ("Carlito's Way, 1993) e Gus Van Sant (Psycho, 1998), il successo globale arriva con la fortunata trilogia de “Il Signore degli Anelli”, trasposizione cinematografica di Peter Jackson dell’omonimo romanzo di J. R. R. Tolkien, nel ruolo di Aragorn. E poi ancora la lunga collaborazione con il regista David Cronenberg, iniziata con il film “A History of Violence” (2005) e proseguita “La promessa dell’assassino” (2007) e il più celebre “A Dangerous Method” (nel ruolo di Sigmund Freud), fino ad arrivare al più recente “Crimes of the Future” (2022). “Come attore devi essere flessibile – ha dichiarato Mortensen – e devi adattarti a lavorare con molti registi diversi tra loro, alcuni accademici, che amano spiegarti le cose, e altri più silenziosi, come Cronenberg”, il quale – ha precisato – è una persona che ascolta le tue idee e, se gli piacciono, le usa per il film”. Viggo Mortensen non è solo attore e regista, ma anche editore. Infatti, da oltre 25 anni, pubblica opere d’arte, poesia e critica letteraria con la sua casa editrice indipendente, la Perceval Press, fondata nel 2002, attraverso la quale offre l’opportunità di pubblicare ad autori meno conosciuti. E poi ancora il pacifismo. “Nel 2005 – ha raccontato Mortensen – ho preso un aereo per andare a trovare la madre di un soldato morte in guerra in Iraq che protestava davanti alla casa del Presidente Buss, in Texas”. Alla domanda su cosa lo fa sentire meglio Mortensen risponde così: “Trovo la grazia nei piccoli gesti, gentili e non necessari, nei sorrisi di chi ti vede e capisce che hai avuto una brutta giornata oppure di chi si scansa per farti passare perché capisce che hai fretta”.
Foto d'intestazione: Viggo Mortensen in una scena del suo ultimo film "The Dead Don't Hurt"
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