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Eva, cosa vedi quando chiudi gli occhi?

Sorprendente (o forse no) come dalla Spagna, negli ultimi dieci anni, siano arrivati alcuni dei migliori prodotti cinematografici, le migliori soprese. Eva si inserisce perfettamente in questo filone e Kike Maillo firma così un esordio memorabile.

Siamo nel 2041 e la robotica ha fornito agli uomini importanti aiuti. Animali da compagnia e domestici robotici sono di uso comune. Alex è uno dei migliori progettisti e torna a casa, dopo dieci anni per completare il lavoro interrotto all’epoca: riuscire a creare un robot bambino, dotato di un software emotivo funzionale.

Per farlo, ha però bisogno di un esempio con cui lavorare e da cui prendere spunto, ed Eva, la figlia del fratello, sembra avere le caratteristiche perfette: sveglia, allegra, intelligente, divertente, vivace, curiosa. Ovviamente le cose non andranno come previsto, anche perchè il problema, nato dieci anni prima, non è ancora risolto.

Maillo riesce a creare una storia toccante, narrata con delicatezza, ambientandola in un mondo assolutamente attuale (e decisamente innevato), in cui le uniche figure futuristiche sono proprio i robot, che però non impongono la loro presenza. Gli ambienti sono affascinanti.

Daniel BrühlMarta Etura e con loro una straordinaria Claudia Vega (la piccola Eva) riescono a muoversi con sicurezza e a creare un insieme omogeneo e funzionale.

E funzionano anche i dettagli del contorno. Il gattino robotico (però senza regole e per questo illegale – del resto le regole della robotica rimangono la base) è curioso. Divertente è anche il domestico robot Max (Lluís Homar), droide perfetto.

Interessante l’operazione con cui Alex si avvicina ad Eva. Davanti alla scuola, offrendole caramelle, insomma il classico comportamento del pedofilo. Che ci sia, in questa scelta, la volontà di indicare come pericoloso (se non lui) il lavoro che sta svolgendo? Creare bambini robot è male?

Ma il plus del film è l’insieme della narrazione, delle immagini e della vicenda narrata, che regala sorprese, magari intuibili ma assolutamente devastanti.

Ah… “Cosa vedi quando chiudi gli occhi?” è la frase che serve a resettare i robot, cancellando la loro memoria (e probabilmente anche l’anima).

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