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Eta’ pensionabile su indici Istat: Sacconi passa ai fatti!

L’aggiustamento dell’età pensionabile sugli indici Istat di aspettativa di vita è solo una misura di stabilizzazione eventuale".

Lo afferma il ministro della Salute, del Lavoro e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi, a margine del convegno del Terzo settore. "Ci potrebbe essere, nella peggiore delle ipotesi, un moderato innalzamento dell’età pensionabile nel tempo, ma sarà al massimo di tre mesi sul quinquennio precedente.

"E’ un movimento impercettibile", sottolinea Sacconi, "che potrebbe anche non verificarsi, con l’abbassamento della aspettativa di vita dovuto all’arrivo di immigrati".

Secondo Sacconi, questa misura rassicurerà i mercati sui conti pubblici e sarà impercettibile per gli italiani cui non rimane altro da fare che sperare in nuovi e copiosi flussi migratori!



Così il ministro è passato dalle parole ai fatti,
inserendo nel pentolone del decreto legge anti-crisi la norma che di fatto sposterà in avanti di tre mesi la finestra per poter andare in pensione.

In pratica, ogni cinque anni, a partire dal 2015, l’Istat calcolerà se c’è stato un aumento della speranza di vita degli italiani nel quinquennio precedente. Come ovvio, pagare una pensione anche invariata per più tempo a un anziano significa aumentare la spesa complessiva. La legge Dini sulle pensioni prevedeva un ricalcolo dei cosiddetti «coefficienti», per tener conto di questo aumento della vita media dei pensionati, cosa che il governo ancora non ha realizzato.

Per adesso si sposterà in avanti ogni cinque anni il momento in cui si può chiedere di andare in pensione. Il primo spostamento della finestra sarà di tre mesi, e ci sarà nel 2015. Per i coefficienti, si vedrà. Il ministro Sacconi dice che con questi correttivi "la sostenibilità del sistema previdenziale italiano risulterebbe la migliore o tra le migliori di Europa".

Anche senza meccanismi "volontari", poco efficaci e accettabili, o "forti penalizzazioni che non sarebbero accettabili.

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