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 Home page > Attualità > Cultura > Emigrazione italiana ed irlandese del ’900 verso gli USA

Emigrazione italiana ed irlandese del ’900 verso gli USA

Le emigrazioni, tipo quella massiccia italiana e irlandese del ‘900 verso USA, vanno affrontate come fenomeni endemici e non episodicamente.

Sento invece focosi proclami estemporanei in “virtù” dei quali dobbiamo, in primis, alzare muri e poi, eventualmente, investire nelle aree di provenienza per eliminare (diciamo piuttosto “contenere”) i flussi; coerentemente con il suo motto “ciò che dico faccio” il nostro Ministro degli Interni ha quindi bloccato subito gli sbarchi ed è poi andato in Nord Africa promettendoci (ghe pensi mi !) di stringere accordi locali (p.e. creare hot spot per filtrare/bloccare i migranti in Libia, anzi no al confine con Niger, anzi no con Ciad !). Tornato a mani vuote (né poteva essere diversamente!) si è rivoltato contro l’UE lamentando che, anziché investire in loco per frenarla, favorirebbe indirettamente l’immigrazione salvando naufraghi “volontari ?” e facendoli sbarcare in Italia.

La verità è che l’UE, pur parlandone poco (e fa male !), investe in tal senso sin dal 2014 : per esempio, tramite il MADAD REGIONAL TRUST FUND, ha organizzato e finanzia in Libano strutture abitative e scuole a beneficio di famiglie siriane scappate dalla guerra fornendo ai bambini un’istruzione di base e, ai più grandicelli, una formazione professionale che li prepara a fare l’elettricista o il meccanico quando potranno tornare nel loro Paese (paese che noi occidentali abbiamo parzialmente distrutto !). L’obiettivo è immane poiché i rifugiati siriani sono 6 milioni (1 milione ancora in Libano e 1 milione già accolti e istruiti in Germania) e i soli bambini rifugiati in Libano e Giordania sono 650.000 ! Quindi le risorse dell’UE attualmente disponibili a tale scopo sono ovviamente insufficienti ma è comunque un fatto che “Bruxelles” ha già provveduto alloggiando e assistendo ben 98.000 bimbi rifugiati in Libano e le loro famiglie.

E’ giustissimo lamentare la mancanza di solidarietà europea per la redistribuzione dei rifugiati in Italia (neanche un decimo però di quelli rifugiati in Grecia, Turchia, Germania, ecc. !) ma sarebbe ancor più utile e produttivo se, per esempio, il governo italiano si facesse promotore di un forte aumento delle risorse a disposizione dell’UE per finanziare investimenti in Africa (li sta facendo al posto nostro la lontana Cina finanziando e organizzando tenute agricole !) finalizzati a contenere in partenza i flussi migratori. Anzi se non vogliamo apparire troppo “quaquaraquà” dovremmo tutti insieme noi europei promuovere un vero e proprio “Piano Marshall per l’Africa” anziché perdere tempo a rimpallarci inutilmente le responsabilità fra Italia, Francia, Germania, Malta ecc.

Il potenziale flusso migratorio africano (di gran lunga inferiore comunque a quello del Pacifico che viene fronteggiato da altri Paesi !) è già elevato ma, senza provvedimenti massicci, tenderà a crescere esponenzialmente ..... e non potrà certo essere arginato da “muretti, fregate, mine anti sbarchi o poliziotti sui moli ” !

La crescente disuguaglianza fra popoli benestanti e popoli poveri tenderà inevitabilmente ad accrescere l’anelito a emigrare per motivi economici (simile al sogno del siciliano povero e analfabeta che nel 1920 faceva di tutto per entrare, anche di frodo, negli USA !).

A pensarci bene il destinare parte dei nostri denari a un “Piano per l’Africa” apparirebbe generoso, ma in realtà costerebbe agli europei persino meno soldi e ansia che rincorrere, alloggiare, incarcerare, rimpatriare milioni d’immigrati “clandestini”.

Con il Piano Marshall gli americani apparirono generosi poiché favorirono potentemente la ricostruzione dell’Europa (distrutta da noi stessi!) ma furono in fondo anche calcolatori poiché crearono un enorme mercato per alcuni loro prodotti (trattori, macchinari, ecc.) al tempo stesso frenando la tendenza, sopratutto italiana e tedesca, ad emigrare negli USA.

(Foto: Piervincenzocanale/Flickr)

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