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Elezioni in Francia: vince l’astensionismo, affonda Sarkozy

Elezioni in Francia: vince l'astensionismo, affonda Sarkozy

Le elezioni regionali in Francia hanno fornito dei segnali importanti su cui i politici d’oltre Alpe dovrebbero riflettere attentamente, primo su tutti il record negativo di affluenza alle urne: un elettore su due ha preferito astenersi dal voto, questo è indice di una crescente sfiducia nelle istituzioni, una sconfitta per tutta la Francia. Così il vero vincitore di queste elezioni è stato l’astensionismo, motivato dall’indifferenza, dalla rassegnazione e dal rifiuto dell’elettorato francese nei confronti della classe politica.
 

Sul fronte dei risultati elettorali bisogna registrare la debacle del partito presidenziale, infatti l’Ump di Nicholas Sarkozy si attesta al 27% dei consensi a vantaggio del Partito Socialista che sfiora il 30%, diventando così potenzialmente (infatti bisogna considerare che si tratta pur sempre di elezioni regionali) il primo partito francese. Avanza anche la destra ultra-nazionalista di Jean-Marie Le Pen, dato per spacciato, si è rilanciato attraverso una campagna dichiaratamente xenofoba e antimusulmana e ha raggiunto l‘11%. Ottimo il risultato ottenuto dai Verdi guidati da Daniel Cohn Bendit che con il 13% si conferma la terza forza del Paese. Così al secondo turno, un’eventuale accordo elettorale tra socialisti, ambientalisti e la sinistra radicale permetterebbe alla coalizione di raggiungere il 53% dei consensi. 

Il dato elettorale che ne traiamo è uno sorta schiaffo alla politica del presidente Sarkozy, il quale però invita alla cautela nella interpretazione dei risultato, che potrebbe essere viziato a suo dire dal astensionismo concentrato principalmente sugli elettori di centro-destra. Il premier francese ha inoltre sottolineato che il risultato delle elezioni regionali non influirà sul suo programma di riforme nazionali, inoltre non ci sarà alcun “rimpasto” all’interno del governo transalpino. Ciò nonostante ha ammesso che la notevole entità della sconfitta potrebbe dare nuova linfa ai socialisti dopo anni di contrasti interni al partito. Diversa l’interpretazione della socialista Ségolène Royale che definisce queste elezioni una severa punizione per la destra.

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