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Eleonora

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  • Primo articolo lunedì 10 Ottobre 2011
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Ultimi commenti

  • Di Eleonora Lorenzo (---.---.---.156) 29 gennaio 2012 15:53
    Eleonora

    No, sarebbe folle escluderlo del tutto, anche solo seguendo la logica.

    Non mi sono spiegata: intendevo dire che il fine di individuare negli ebrei un capro espiatorio petfetto aveva una sua utilità pratica al fine del mantenimento dell’ordine pubblico e dell’indirizzare contro una categoria la frustrazione di una nazione n evidente crisi. Ma hai ragione a parlare di paranoie: paranoie dall’alto e dal basso, evidentissime, ma a dimostrazione di un fondo di utilità pratica (percepita) ricordiamo che internati e soppressi furono tutti gli "antisociali", cioè coloro che venivano considerati non meritevoli di essere assistiti a spese dei contribuenti tedeschi. Una storia vecchia come il mondo.
  • Di Eleonora Lorenzo (---.---.---.156) 29 gennaio 2012 15:32
    Eleonora

    Grazie per i link, ci vado subito!

    Sì, ma assolutamente la colpa non è mai delle vittime, l’uso e il significato sono politici, hanno percorso una strada quasi parallela all’esperienza umana. Questo è fuori discussione.
    Più che altro, a costo di sembrare cinica, le conseguenze delle stesse persecuzioni più o meno su larga scala perpetrate all’interno dello stesso mondo arabo sarebbero da riconoscerre e metabolizzare e ciò va detto anche per l’Italia e altre realtà più vicine.
  • Di Eleonora Lorenzo (---.---.---.156) 28 gennaio 2012 18:51
    Eleonora

    E’ molto interessante quello che dici nella prima parte del tuo commento. In effetti la questione del significato politico della Shoah è un argomento che mi interessa molto e che, secondo me, è diventato un discorso parallelo rispetto alla reale entità dell’esperienza umana dello sterminio nazista. Inoltre. il problema che a me premeva sottolineare era proprio il dare maggiore importanza alle persecuzioni in quanto avvenute contro una particolare etnia più che come progetto sistematico di distruzione e annientamento, che non è cominciato con la questione ebraica, così come non è cominciato l’antisemitismo europeo con lo sterminio nazista. Il significato in sé di quella strage non riguarda solo ed esclusivamente un popolo anche nella sua sistematicità, questo mi preme ricordare: i campi di concentramento e sterminio, l’uso massiccio di gas letali per sopprimere un gran numero di persone alla volta, lo svilimento delle vittime non ha riguardato solo quell’avvenimento, che è diventato importante per la sua ferocia e la sua estensione, ma non è stato unico. Per questo mi permetto di dissentire su " come equiparare lo sterminio degli ebrei a qualunque altro genocidio dimostra solo che non si è ancora capita l’unicità della Shoah, che non sta nell’identità delle vittime, ma nella logica e nel pensiero nazista", proprio perché persecuzioni simili nella logica e nella pratica sono avvenute anche contemporaneamente, successivamente o precedentemente e contro etnie e gruppi diversi da parte di altre entità politiche razziste e nazionaliste.

    Inoltre, a me premeva sottolineare la pochezza di metodo del servizio di Ferrari: fondamentalmente il tutto, nel giorno della memoria, si riduce a questo, ricordare un unico avvenimento che sì, riassume in sé altri avvenimenti simili anche se minori per dimensioni e importanza storica, ma a causa di ciò spesso misconosciuti perché messi in ombra. Inoltre, il voler riunire in un’unica categoria di "arabi" posizioni che hanno a che fare con il negazionismo (e che non appartengono al solo mondo arabo, così come nello stesso mondo arabo questa non è l’unica posizione esistente), le questioni politiche anti-israeliane, l’antisemitismo che di sicuro non manca e così via è sintomo, a mio avviso, di un appiattimento delle realtà esterne a quella europea che da troppo tempo ha preso piede. 
    Quanto sia utile un discorso sul metodo di questo tipo...be’, probabilmente poco, in fin dei conti, ma è un’idea che mi frulla in testa già da molto tempo, pensavo fosse bene esprimerla. 

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