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 Home page > Tribuna Libera > Due riflessioni sulle elezioni Greche

Due riflessioni sulle elezioni Greche

Fino a ieri l'elezioni greche sembravano essere lo spartiacque. Di qua il baratro, di la la salvezza; la linea di demarcazione era rappresentata dal risultato di Syriza. Due sono gli aspetti che dovrebbero far riflettere.
Il risultato favorevole alle borghesie finanziarie europee delle elezioni greche, così come volevano per bocca della Merkel, non ha portato assolutamente a nessun abbassamento dello spread ne alla corsa alle speculazioni borsistiche. Cause queste addebitate come originarie della crisi e del baratro in cui saremmo caduti nel caso di vittoria del Syriza
 

Altro fatto, e cosa inaudita, vi sono state minacce e intimidazioni da parte di un governo straniero nel caso i cittadini di quella nazione avessero liberamente scelto in maniera contraria al piacere del governo germanico.
 
La cosa pericolosa è che questo fatto è passato sotto silenzio e da nessuno denunciato. Questo fa il paio, con tutte le limitazioni (per essere eufemistici) della formale libertà e autonomia democratica vantata come caposaldo inamovibile e irrinunciabile per qualsiasi paese che volesse definirsi democratico. E non sto qui ad enunciarle, per citare solo quelle pubblicizzate e conosciute, tacendo per ignoranza quelle tenute nascoste dal segreto di Stato. Dalla lettera all'Italia della BCE, alla forzata dimissione del governo Berlusconi (che ha reso un servizio agli italiani, ma non per questo è nel perfetto canone democratico), al forzato invito a comprare armi francesi e tedesche alla disastrata economia greca, al divieto a tenere libere consultazioni referendarie sempre alla Grecia e potrei continuare tediosamente.
 
Questo dovrebbe far riflettere non tanto quei pochi comunisti bolscevichi che da sempre hanno denunciato la così detta democrazia formale borghese, ma quei pennivendoli, ideologhi, opinionisti, intellettuali borghesi che da mane a sera si riempono la bocca con la libertà, democrazia, indipendenza e via di questo passo.

Ma il tema diventa pericoloso, perché a furia di lasciar passare sotto silenzio le entrate a gamba tesa su questi principi ci ritroveremo a svegliarci (e in parte lo siamo già, senza che ancora non ce ne siamo resi conto) in un mondo diverso da quello che ci eravamo addormentati e da una democrazia, seppur formale, se pur solo concettuale, ci ritroveremo (e lo siamo già) in una democrazia autoritaria, in cui sempre più gli aspetti democratici sono sempre più formali e rituali e sempre più le decisioni sono in mano a poche oligarchie tecnicistiche che forzano persino formalmente gli aspetti cosidetti democratici.  

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