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 Home page > Tribuna Libera > Due parole a un amico che non intende votare

Due parole a un amico che non intende votare

Riferendosi all’Unione Popolare di cui è portavoce Luigi De Magistris, un amico di lunga data, uomo di valore, intelligente e acuto nei giudizi, ieri mi ha scritto questo messaggio: 

«Egregio Professore, lei sa come spesso mi sono trovato d’accordo con lei.
Mi dispiace ora di dover far notare come in internet, vedi il sito di Democrazia Atea, circoli una foto di De Magistris che bacia la teca del sangue di san Gennaro. Affari suoi se lo fa in privato; ma inammissibile che se è fatto pubblico come dalla foto parrebbe. Credo che resteremo sempre nell’eterno fascismo italiano di Carlo Levi, di Umberto Eco, di Piero Gobetti. Io rifiuto la scheda con motivazioni che consegnerò al presidente del seggio, del tutto consone all’infelicissimo momento politico».

Parole che non avrei voluto leggere, ma sono garbate, motivate e offrono l’occasione di dare una risposta diretta a lui, com’è giusto che sia, ma può interessare anche chi, come lui, pensa di non votare e, quindi di non votarci. Ho pensato così di rispondergli col garbo e il rispetto che meritano le persone che stimi.

«Caro amico, conosco abbastanza bene Luigi De Magistris per poter dire che le cose non stanno come lei pensa. Voglio dire che De Magistris è certamente un credente, ma da privato cittadino non avrebbe probabilmente baciato la teca. L’ha fatto da Sindaco, per una sorta di dovere istituzionale. Un errore? Può darsi. Non tale però da cancellare dieci anni di lavoro politico che ha fatto di Napoli un modello di governo dal basso, di autonomia dai partiti e di coinvolgimento di centri sociali, associazioni e cittadini qualunque, come me, coordinatore di un gruppo di compagni rappresentativi delle realtà e delle lotte territoriali, che ha portato nel palazzo del Comune la voce della città. Non tutto è andato sempre bene, ma molto è stato fatto e in condizioni di estrema difficoltà.
Non può immaginare la guerra feroce che contro questo modo di gestire la città è stata condotta dai partiti, tutti più o meno coinvolti in scandali e rapporti ambigui con la malavita. Ciò che non si perdona a De Magistris è soprattutto questo: l’aver messo fuori dal Palazzo la camorra e il sottobosco politico che ne fa parte. Per dieci anni affaristi e personaggi legati al crimine organizzato hanno dovuto rinunciare ai loro affari loschi. Sono stati dieci anni di crescita civile, di partecipazione attiva e di riconquista del ruolo che spetta a una città come Napoli.
La ritorsione è stata ovviamente immediata e feroce e ha unito tutti i partiti: fondi progressivamente ridotti, dichiarazione di semidissesto, casse del Comune bloccate, tentativi di utilizzare in modo strumentale la legge Severino per mandare a caso il sindaco eretico e, dulcis in fundo, stampa mobilitata nella demonizzazione.
In queste condizioni, difficili se non impossibili, la città è stata liberata dai cumuli di spazzatura sotto i quali l’aveva sepolta la precedente Amministrazione e si è sottratta a privatizzazioni e svendite dei beni comuni, tant’è che oggi è ancora l’unica grande città in cui l’acqua è pubblica. Potrei continuare a lungo, ma occorrerebbe lo spazio di un libro, che qui non ho, ma forse scriverò.

Democrazia Atea, che ha fatto parte a lungo di Potere al Popolo, è un’organizzazione che porta avanti una battaglia condivisibile, ma lo fa, a mio parere, senza distinguere la Chiesa-Istituzione da quella di base e dai credenti che meritano rispetto. Carla Corsetti, che ne è l’anima, è una donna preparata e coerente, che stimo molto, alla quale rispettosamente rimprovero una tendenza all’integralismo. La campagna scatenata contro De Magistris è legittima, ma miope. Non si può dividere il mondo in bianco e nero, riconoscendo a un colore tutto il bene e caricando sulle spalle dell’altro ogni male. Credo che la realtà sia più complessa e che, utilizzando i criteri di valutazione di Democrazia Atea, si finisca con l’agevolare il grigio che non si vuole, o non si sa vedere e che nove volte su dieci è responsabile del degrado della nostra vita pubblica.

Naturalmente, amico mio, rispetto la sua scelta e ne capisco le ragioni. Tuttavia, mi creda, non ci aiuta a cambiare le cose, mette in difficoltà una iniziativa politica partita dal basso e costretta – unica fra tutte – a raccogliere migliaia di firme in tutto il Paese. Così è ridotta la democrazia. Il suo rifiuto dell’unica realtà politica ambientalista, alternativa al neoliberismo e alla guerra, decisa a difendere la Costituzione e i diritti della povera gente, finisce con il rinforzare involontariamente la grande area del “grigio” che meno cittadini votano, più forte diventa. La prego di riflettere. Abbiamo bisogno di persone come lei che firmino, ci aiutino a raccogliere firme e ci votino. Lei ha gli strumenti critici per valutare il peso reale di quello che ritiene un errore e quello di una scelta di campo che ha alle spalle un lungo percorso di lotta per un mondo veramente migliore.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.49) 9 agosto 2022 11:11

    Nove su dieci che lei non è riuscito a convincere il riottoso. De Magistris con il gesto, non ci sono state smentite nel merito, ha fatto un atto pubblico chiaro e significativo; ad alto contenuto simbolico visto che è in primis la camorra che bacia la teca di San Gennaro. Ergo è giusto che per quello venga giudicato, esattamente come rivendica lo stesso De Magistris quando enuncia atti pubblici da lui messi in campo (vedi per es. acqua pubblica).

    Dopo di che se fossi nel riottoso prenderei in considerazione il contesto, ovvero Napoli, che non è esattamente come amministrare Bologna o Milano (due a caso).

    saluti dp

    • Di Giuseppe Aragno (---.---.---.121) 9 agosto 2022 19:50
      Giuseppe Aragno

      Non so se l’ho convinto. So che sta riflettendo e attendo una risposta. Il fatto è che amministrare Napoli vuol dire anche rappresentare una città molto antica, dalla storia lunga, complessa, ricca di una cultura millenaria e di tradizioni che affondano le radici nella civiltà greca e romana. Una città capitale d’un Regno che dalla metà del Seicento ai primi dell’Ottocento fu tappa obbligata del «Grand Tour», il viaggio di formazione dei giovani delle famiglie nobili dell’Europa.
      A Napoli da più di 500 anni il sindaco è anche Presidente della Deputazione della Real Capella di San Gennaro, un organismo laico che risale al tempo in cui i «sedili» del popoli e quelli dei patrizi governavano la città. La Deputazione ha la responsabilità di promuovere il culto di San Gennaro e di custodirne le reliquie, la teca in cui si conserva il suo sangue e il tesoro di valore inestimabile costituito dai doni offerti al Santo, che ancora oggi è proprietà di tutti i cittadini di Napoli.

      Il gesto del Sindaco, quindi va inserito in questo contesto. Maurizio Valenzi, comunista si felicitava con il cardinale, ma non baciava le teca, Bassolino, comunista anch’egli, la baciava. Chi sbagliava? Non so. Ma non giudicherei un sindaco da questa scelta.

  • Di Enzo Salvà (---.---.---.252) 12 agosto 2022 17:21
    Enzo Salvà

    il suo amico, di sinistra direi, ha idee chiarissime: il bacio della pila è colpa gravissima. Vedo che Lei fa riferimento ad Unione Popolare mentre l’amico scrive di Democrazia atea che è invece parte di Unità popolare, che non si cimenterà alle elezioni e che non appoggerà, manco di striscio, Unione popolare. O forse sì considerato che il trait d’union dovrebbe essere Potere al popolo che fa parte di Unione Popolare ma era buon partner anche di parti di Unità popolare, oltre naturalmente alle gloriose falce e martello distribuite in ogni dove.. Poi ci sarebbero anche Sinistra Italiana con i Verdi. 

    Anch’io la trovo una sinistra chiarissima, di massa, pronta a portare nelle comunità, nelle fabbriche, nella scuola, nella società insomma, tutto il buono dei suoi ideali e delle sue politiche.

    o sbaglio?

    Altro discorso: troppe sinistre si dichiarano oggi ecologiste ed ambientaliste: lasciate perdere, Vi prego, lasciate che Europa Verde trovi, faticosamente, la sua strada. Non incasinate tutto come al solito.

    Se proprio volete unire le due cose, tornate ad Alex Langer, forse ne trarrete beneficio. Lo consiglio anche al Suo amico.

    Un Saluto

    Es.

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