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Dopo Viber anche WhatsApp e Skype rischiano di chiudere i battenti in Arabia Saudita

Il Citc ovvero la Communications and Information Technology Commission dell’Arabia Saudita, ha deciso di sospendere il servizio di messaggistica WhatsApp che conta nel mondo 250 milioni di utenti.

Già in passato la Commissione, l’equivalente della nostra Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM),aveva annunciato il blocco di tutti i servizi di comunicazione su Internet che non rispettavano le normative locali, per cui il primo servizio ad essere interdetto era stato Viber.

Oggi arriva l’annuncio che sia WhatsApp sia la chat Voip Skype, altrettanto diffusa, potrebbero chiudere i battenti a meno che non trasferiscano il loro traffico su server locali.

Una questione di controllo poiché non solo risulta difficile monitorare messaggi e conversazioni che transitano attraverso queste applicazioni, ma anche perché gli stessi privano i locali operatori del guadagno che deriva loro da chiamate e messaggi.

Gli ideatori di WhatsApp e Skype si adegueranno alle norme vigenti nel Paese oppure tra qualche settimana, precisamente il 9 luglio, quando partirà il Ramandan, oltre 9 milioni di lavoratori stranieri tutt’oggi presenti in Arabia Saudita, e non solo, diranno addio al servizio che gli permette di comunicare verso l’estero?

Staremo a vedere, sperando che il controllo questa volta non vinca sulla libertà di comunicare.

 

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