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Disabilità: il giovane Holden a Taormina

Disabilità: il giovane Holden a Taormina

Le anatre del laghetto vicino a Central Park South, a New York, erano al centro delle riflessioni del giovane Holden, quello di Salinger. Si chiedeva dove andassero a finire d’inverno, quando il laghetto ghiacciava.
 
Se questo signor Caulfield Holden dovesse decidere un giorno di venire a Taormina, magari per una vacanza, il suo pensiero si volgerebbe altrove perché il clima assolutamente mite dell’inverno siciliano non lascia alcuna possibilità di formazione di ghiaccio, neanche col freddo più freddo possibile.
 
Magari, allora, penserebbe a qualcos’altro, per esempio ai disabili e si chiederebbe dove vanno a finire i disabili, da queste parti. Già, perché, come le anatre del Central Park d’inverno, non è che se ne veda uno da queste parti.
 
Anche di disabili si parlava ieri in grande albergo di Giardini Naxos, nella Conferenza Regionale delle Politiche Sociali, organizzata dal competente Assessorato Regionale, ed una delle Associazioni del settore, la Senza Barriere, emanazione della Caritas Diocesana di Messina, aveva deciso di mandare una propria rappresentanza.
 
Si sono così ritrovati dinanzi al vialetto di Recanati, quello con una lunga sfilza di alberghi di gran lusso da entrambi i lati, due disabili e due accompagnatori. Uno dei disabili aveva importanti difficoltà motorie, l’altro, o meglio l’altra, era una ragazza focomelica. Questo vuol dire che non aveva nessuna delle due mani e nessuna delle due braccia.
 
Per chi non lo sapesse, il vialetto di Recanati non ha grandi possibilità di parcheggio, anzi non ne ha affatto; occorre parcheggiare prima di entrarvi e, sulla destra, vi era un parcheggio con una trentina di stalli a pagamento, più un paio destinati ai taxi. Di stalli per i disabili nemmeno l’ombra. Eppure, secondo legge, ve ne devono essere uno ogni cinquanta stalli o frazione di cinquanta stalli. L’allegra brigata decide di lasciare la macchina in uno stallo a pagamento, mettendo ben visibile il contrassegno per la sosta nelle ZTL della ragazza.
 
Dopo cinque ore di argomentazioni di altissimo profilo su quello che debba essere il welfare in Sicilia, il ritorno al parcheggio e la sorpresa di una multa sul parabrezza della macchina. Un addetto della società per la gestione del parcheggio esce fuori dalla tasca una fotocopia con qualcosa che richiama una recente sentenza della Cassazione che ha stabilito qualcosa sull’argomento, ma qui il problema non è il comportamento dei multati, bensì quello della Pubblica Mano che non ha rispettato le leggi sull’abbattimento delle barriere architettoniche.
 
Al rifiuto dell’addetto di fornire le sue generalità, si decide di chiamare per telefono la Polizia di Stato, che manda prontamente due volanti con tre poliziotti a bordo. Anche per loro il caso è nuovo: sono abituati a multare l’automobilista indisciplinato e non lo Stato, peraltro loro datore di lavoro. Prendono nota di tutto, ivi compreso il numero dell’autorizzazione al parcheggio negli stalli per disabili della ragazza focomelica, ma consigliano di fare un esposto. Difficilmente l’Associazione Senza Barriere seguirà questa via: lo abbiamo appena sentito nella Santa Messa della domenica delle Palme chi è senza peccato scagli la prima pietra. Tutto dovrebbe finire così, con un nulla di fatto, salvo la multa e senza che nel parcheggio sia inserito uno stallo per i disabili come per legge.
 
A questo punto il giovane Holden capirebbe subito dove vanno a finire i disabili da queste parti: costretti a casa, emarginati, discriminati, impediti dalle mille barriere architettoniche e dalle mille volte mille barriere mentali e culturali di tanti, giudici della Cassazione compresi, usi spesso mettere al centro le leggi e non l’uomo. E capirebbe pure che, da queste parti, essere disadattati non è un problema ; nel senso che ci si deve preoccupare nel caso opposto, ossia se si è in sintonia con il contesto degradato in cui ci si trova a vivere.

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