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Difensore dei diritti umani saudita contagiato, la famiglia ha perso i contatti

Mohammed al-Qahtani, cofondatore dell’Associazione saudita per i diritti civili e politici – la più importante Ong del paese prima che venisse sciolta dalle autorità – è risultato positivo al Covid-19. La notizia risale al 7 aprile. La famiglia ha appreso che è stato posto in isolamento nella prigione di al-Ha’ir e poi non ha più avuto notizie.

I suoi familiari avrebbero bisogno di rassicurazioni e lui vorrebbe disperatamente rassicurarli, se le sue condizioni di salute lo consentissero, ma le autorità di Riad negano crudelmente ogni contatto.

Al-Qahtani sta scontando una condanna a 10 anni di carcere solo per il suo impegno in favore dei diritti umani.

Da oltre un anno Amnesty International chiede alle autorità saudite di decongestionare le prigioni del paese, sovraffollate e insalubri, a iniziare dai prigionieri di coscienza, ma questi appelli sono caduti nel vuoto.

Il passaparola tra le famiglie dei detenuti ha portato alla luce una situazione drammatica: la pandemia è entrata nell’ala del carcere dove si trovano i prigionieri di coscienza.

Nell’aprile 2020 un altro cofondatore dell’Associazione saudita per i diritti civili e politici in carcere ad al-Ha’ir, Abdullah al-Hamid, era morto per diniego di cure mediche. Aveva urgente bisogno di un’operazione al cuore.

 

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