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 Home page > Attualità > Istruzione > Difendiamo la libertà d’insegnamento

Difendiamo la libertà d’insegnamento

Il docente dovrà astenersi in ogni caso da qualunque atto di propaganda politica o ideologica nell'esercizio delle attività di insegnamento anche di carattere integrativo, facoltativo od opzionale.

Ecco quanto proposto da uno dei tanti innominati che con un colpo di penna, inserendo l'articolo 490 bis al dlgs 297/1994, c.d. Testo Unico della Scuola, vorrebbe in sostanza uccidere la libertà d'insegnamento.
 
Forse a tali non signori occorre ricordare alcuni fondamenti normativi:
 
"L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento" art. 33 della Costituzione.
 
L' articolo 13 della Carta Europea dei Diritti dell'uomo prevede che le arti e la ricerca scientifica siano libere. La libertà accademica è rispettata. 
"Le amministrazioni pubbliche garantiscono la libertà di insegnamento e l'autonomia professionale nello svolgimento dell'attività didattica, scientifica e di ricerca" ("Gestione delle risorse umane" art. 7 DLgs 165/2001). 
 
Su tale questione non sono possibili mediazioni, perché la libertà di insegnamento, quella reale, garantita dall'art. 33 della Costituzione, è in tutta evidenza di natura individuale: il titolare della libertà è il singolo docente il quale, in piena autonomia, proprio perché libero, decide le modalità. E’ evidente che, nei testi citati, la libertà di insegnamento corrisponde all’autonomia del singolo docente, che nelle sue scelte e nei suoi indirizzi didattici raccorda la libertà del suo pensiero e della cultura che professa alle “norme generali sull’istruzione”.
 
L'articolo 395 del dlgs.297 del 1994 prevede che la funzione docente è intesa come esplicazione essenziale dell’attività di trasmissione della cultura, di contributo all’elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione dei giovani a tale processo e alla formazione umana e critica della loro personalità. I docenti delle scuole di ogni ordine e grado, oltre a svolgere il loro normale orario di insegnamento, espletano le altre attività connesse con la funzione docente, tenuto conto dei rapporti inerenti alla natura dell’attività didattica e della partecipazione al governo della comunità scolastica.
 
L'articolo 1 del dlgs 297/1994 sostiene che nel rispetto delle norme costituzionali e degli ordinamenti della scuola stabiliti dal presente testo unico, ai docenti è garantita la libertà di insegnamento intesa come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente. L'esercizio di tale libertà è diretto a promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni. È garantita l'autonomia professionale nello svolgimento dell'attività didattica, scientifica e di ricerca
 
Tanto ricordato a livello normativo, ciò che deve essere sottolineato è che queste provocazioni devono essere contrastate con forza. Perché voglion testare il grado di risposta dei docenti ma anche della società c.d. civile.
Se tutto tace, allora credo che servirà a ben poco scandalizzarsi.
Se tutto tace, allora credo che saremo tutti complici della fine della libertà d'insegnamento.
 
Ma attenzione, la libertà d'insegnamento non è un qualcosa di meramente astratto o che riguarda solo i docenti. In verità riguarda tutti noi soggetti attivi e passivi di tal società.
 
Se non sarà più possibile porre in essere critiche verso il sistema, se non sarà più possibile contribuire alla formazione di menti critiche e pensanti, allora diventeremo tutti succubi della prepotenza autoritaria dello Stato.
Diventeremo tutti schiavi di noi stessi e del potere.
Schiavi.
 
Quale ribellione poi? 
Sarà tardi.
Ed allora difendiamo quel poco di buono che è rimasto.
Ed in quel poco ravvedo la libertà d'insegnamento.
E soprattutto evitiamo di confinare tali battaglie solo nel campo normativo o giuridico.
Qui si pone in discussione un qualcosa che va oltre la legge, oltre il diritto.
Si pone in discussione l'essenza stessa della libertà.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.28) 13 maggio 2011 19:32

    Foglia di fico >

    “Noi godiamo nel fare del bene, afferma Berlusconi, loro (sinistra) godono facendo del male”.

    Lassini aveva scritto che “intende irrevocabilmente rinunciare alla propria candidatura nella lista del Pdl” e Mantovani, coordinatore lombardo del Pdl, garantisce che Lassini, anche se eletto, o si dimetterà oppure non farà parte del gruppo Consiliare del Pdl.

    E’ già assodato che non saranno invalidati i voti dati a Lassini e collegati alla Lista Pdl e che saranno tutti voti validi per l’elezione del futuro Sindaco.
    Se eletto, vedremo un Lassini “isolato e ignorato” dagli altri Consiglieri eletti con la stessa Lista oppure diventerà il nuovo Scilipoti meneghino?

    Lassini ora non è più convinto di rinunciare ad un’occasione così ghiotta.
    La Moratti, se eletta, potrà dichiarare che “il caso è chiuso” soltanto quando Lassini non farà più parte del Consiglio Comunale.

    Nel teatrino di Pantomima e Rimpiattino il “gioco delle parti” è una formula spesso ricorrente …

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