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Diana, la killer di Ciudad Juárez che vendica le donne

Una donna non identificata ha ucciso due autisti di bus. In una mail racconta di aver preso le difese di tutte le donne che sono state vittime di violenza sessuale , nel silenzio delle autorità.

Nessuno ne conosce l’identità. Il nome da lei scelto, Diana La Cazadora de Choferes (Diana, la cacciatrice di autisti) è stato svelato a seguito di una mail da lei mandata al quotidiano messicano La Polaka. Diana ha ucciso due uomini non lo dice direttamente nella lettera, ma sembra rivendicarne la responsabilità entrambi conducenti di autobus, a Ciudad Juárez.

Nella sua lettera Diana racconta delle violenze sessuali che in molte donne – tutte lavoratrici nelle industrie della città – hanno subito da parte di conducenti di autobus, appunto, rientrando dal turno di notte.

Le due vittime sono Roberto Flores Carrera, 45 anni, ucciso mercoledì scorso con un colpo alla testa. Il secondo è Freddy Zarate, stessa età e morto nello stesso modo. Si dice che Diana indossi una parrucca bionda e che prima di uccidere uno dei due conducenti lo abbia apostrofato con “Voialtri pensate di essere veramente cattivi, vero?”.

Questo il messaggio di Diana:

“ (…) Non abbiamo nessuno che possa difenderci. Per mantenere le nostre famiglie dobbiamo lavorare fino a tarda notte. Abbiamo sofferto in silenzio, ma non possiamo più tacere su questi atti che ci riempiono di rabbia (a me e alle mie compagne).

Siamo state vittime di violenza sessuale da parte di conducenti degli autobus che lavoravano nel turno di notte. In molti sanno quello a cui siamo sottoposte, ma nessuno ha fatto qualcosa per difenderci.

Per questo io sono lo strumento che vendicherà molte donne. Anche se sembriamo deboli per la società, non lo siamo affatto: siamo coraggiose e se non veniamo rispettate ci faremo rispettare per mano nostra. Le donne di Ciudad Juarez sono forti”.

Le autorità sono allarmate, la polizia fa sapere che metterà dei poliziotti sotto copertura nei bus per cercare di intercettare la donna.

Ciudad Juárez è una delle città più pericolose del mondo ed è nota per essere al centro di storie di violenza che riguardano, innanzitutto, le donne. Nel 1993 si è consumato il massacro di oltre 4000 donne, quasi tutte operaie e di umile estrazione sociale.

In città le donne lavorano nelle maquiladoras: industrie manifatturiere che producono materiali destinati prevalentemente all’export. Le fabbriche si trovano spesso in mezzo al deserto, obbligando le donne a lunghi tragitti in autobus.

 

Foto: Wikimedia

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.175) 3 settembre 2013 16:31

    se non c’è giustizia ne sicurezza è inevitabile che creino tali situazioni, la vera responsabilità del potere pubblico.

  • Di GeriSteve (---.---.---.71) 4 settembre 2013 09:22

    Giusto: il contratto sociale implica che i singoli rinuncino a vendicarsi perchè lo stato fa lui giustizia.
    Se lo stato non fa giustizia riapre le porte alle vendette.
    Esiste però un’altra strada, altrettanto illegale ma forse più "giusta" e certamente più "politica": vendicarsi su chi non fa giustizia.
    E’ però una strada più difficile, perchè non è facile individuare i colpevoli e perchè questi sono generalmente potenti e quindi ben protetti.
    GeriSteve

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