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Democrazia 3.0? No, grazie

Nell’arco degli ultimi 2000 anni, il concetto e il criterio di Democrazia ha avuto – diciamo così – una lunga serie di cambiamenti ed evoluzione che, nella realtà dei fatti, dall’antica concezione di Democrazia a quella contemporanea, sembra aver lasciato dietro di se strada facendo, il criterio stesso della Democrazia.

Nell’antichità, si parlava solo di “Democrazia diretta” ma a ben guardare anche all’epoca il concetto democratico aveva al proprio interno una sorta di ossimoro: lasciar fuori dalle grandi decisioni delle comunità le donne, doveva far riflettere su quella che sarebbe stata l’evoluzione di questa forma di Stato. E parliamo anche di tempi in cui la schiavitù era considerata cosa normale. Da qui, possiamo evincere come all’umanità poco aggradi davvero vivere e prosperare in regime di Democrazia reale o meglio: a un certo tipo di umanità, aggrada un certo tipo di “democrazia”: quella dettata dalle proprie regole e accessibile solo ai facenti parte di un gruppo o casta o sotto casta.

Forti di quest’ultima riflessione, possiamo affermare quindi che l’umanità per sua natura è nemica di qualsiasi forma comunitaria di Democrazia, ma ambisce costantemente a creare sotto forme di democrazia ad uso e consumo specifico di gruppi e sotto gruppi. E al diavolo i greci, l’Agorà, la democrazia diretta ed indiretta, quella antica e pure quella contemporanea.

In effetti, quanto più una parola e un concetto sono abusati, tanto più essi vengono svuotati del concetto fondamentale ad essa legato, sì da rendere nulla la parola stessa.

Quante volte la parola “Democrazia” viene ripetuta come un mantra in ogni angolo del pianeta, ogni secondo? Miliardi. E sapete perché se ne parla?

Perché chiunque la nomini, sia esso personaggio politico o cittadino “comune”, sa perfettamente che mai nessuna nazione ha realisticamente messo in atto un vero sistema basato sulla democrazia: sia essa diretta o indiretta.

Così, ci ritroviamo a dover ascoltare nenie e tiritere di politicanti che promettono Democrazia, senza mai mantenere la parola data e lasciando le popolazioni in evidente stress da regime dittatoriale, popolazioni che recriminano regimi democratici senza sapere nemmeno il significato della parola “Democrazia” e vedere paesi intesi come in regime dittatoriale, vivere l’incredibile esperienza della democrazia e della ritrovata dignità umana: il caso Venezuela porti tutti a riflettere.

Nessuno mi venga a dire che Chavez – pace all’anima sua – dopo aver garantito lavoro alla popolazione abbassando notevolmente le ore medie settimanali e aumentando di contro lo stipendio mensile medio, era un “dittatore”. Se lui era un dittatore, recrimino una dittatura venezuelana e chaveziana nel nostro paese: a partire da oggi.

Ma ora, tutto è risolto. Possiamo applaudire all’avvento della vera Democrazia. Quella 3.0.

Il web, quella piazza virtuale dove tutti sputano più o meno in faccia a tutti, dove non ti devi azzardare a dire la tua senza che ti capiti di sentirti appellare nel peggiore dei modi dal primo estraneo che entra – spaccando la porta ad accettate – nella tua vita privata o professionale, quel posto “libero” dove appunto la troppa libertà ha reso folle qualsiasi tipo di catalogazione in ambito democratico, è venuto a “liberarci” tutti. Non si sa bene da cosa e come.

È indubbio che, dal momento in cui la Rete è divenuta la casa di tutti, tutti hanno il “diritto” di replicare, offendere, condannare, affondare, ripudiare, cazzeggiare e perdere – soprattutto – quel metro a quanto pare obsoleto chiamato un tempo: limite alla decenza. E anche all’intelligenza, aggiungo io.

Ai sostenitori del criterio che la Rete sia un luogo “democratico e libero” dico: avete idea di cosa sia il concetto di Libertà e Democrazia?

Sapete che la Pluralità è alla base di ogni Democrazia, in forma diretta o indiretta?


Pensate forse che “Libertà” significhi mandare affanculo senza una ragione logica il primo che incontri in Rete o – senza un minimo di criterio e conoscenza – contraddire qualsiasi cosa non venga detta dai neo democratici direttissimi del web che sanno solo prendere a pugni chiunque non la pensi esattamente come loro?

No signori: io non ci sto.

Questa non è né Libertà né tantomeno una qualsiasi lontana forma di democrazia.

Libertà è avere la capacità di pensare col proprio cervello, non lasciare che la propria intelligenza venga spianata dall’incongruenza altrui, saper vivere senza far parte di protocolli, intese o caste e sotto caste.

Così come democrazia significa saper prendere il proprio posto nella conduzione di una comunità., e prendersi la Responsabilità di essere partecipi e non certo costantemente in attesa di un leader, un guru, di un qualsiasi personaggio le cui parole piacciano ed abbiano un effetto, spesso perché non se ne capisce nemmeno il significato.

La Libertà e la Democrazia che conosco sono altro. Parlano appunto di presa in carico diretta della Responsabilità di essere cittadini, attenti alla conduzione di quella che altro non è che casa propria, perché una nazione è la casa di tutti i cittadini che la abitano.

Così come nessuno mi convincerà, che libertà è l’arroganza di trattare tutti a pesci in faccia, dimenticare l’educazione, la cultura, la mediazione, la capacità di vivere – bene – gli uni accanto agli altri.

Io preferisco semmai, uscire da questo giogo che la stessa popolazione sta intessendo come una enorme tela/rete per soggiogare tutto e tutti, compresi se stessi. È follia.

Ormai, non si trova più un metodo per comunicare in maniera distesa, per riflettere insieme, per dialogare al fine di trovare soluzioni condivisibili. Il diktat assoluto della democrazia 3.0 è la legge del più “forte”. Che, come sappiamo, è la più facile ed inutile di tutte. Come si sa, siam tutti bravi a urlare o menare in faccia – virtualmente – qualcuno.

Pensare che un tempo, il detto diceva in un altro modo: “È facile prendersela con i bambini e gli anziani” e questa frase, conteneva un’azione concreta. Oggi, la “democrazia 3.0” ha tolto persino il gesto – infame – di far del male direttamente ad una persona più fragile: i neo democratici 3.0 se la pigliano col monitor.

Che “grande” evoluzione, che incredibile “civiltà”, davvero…

Concludo con un pensiero: il dissenso, quando perpetrato ad ogni costo, senza ragione né contenuto, non è democratico. E nemmeno liberale. Si chiama incapacità di ascolto, di comprensione e di accettazione dell’altro. In poche parole: la dittatura umana pura e “semplice”.

P.S. ho scritto volutamente alcune parole con l'iniziale maiuscola: lo chiarisco perché, nella democrazia 3.0 ho dovuto pure leggere di gente che mi ha scritto cose del tipo: "Questo tuo (il Lei è "volgare" ormai...) modo di scrivere certe parole in maiuscolo la dice lunga su chi sei..."
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