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Decreto salva-liste: la legge è uguale per tutti… i fessi!

Il decreto emesso ha rivelato per l’ennesima volta l’incapacità, o meglio l’involontarietà di questa classe politica di autoriformarsi e di guidare il Paese verso una rinascita della legalità. In mezzo ad una possibile nuova tangentopoli, scandali, manovre mediatiche e quant’altro, non poteva mancare il sigillo, la ciliegina sulla torta. Il massimo garante delle Istituzioni, della Costituzione e delle leggi, dal sommo Olimpo rappresentativo della Nazione, ha dimostrato ancora una volta che, il pesce puzza principalmente ed inesorabilmente, dalla testa!

Che in Italia la legge è una lex pro qualitate personarum, finalmente è chiaro!

Se prima qualcuno aveva qualche dubbio (personalmente non ne avevo) ora ne ha la certezza.

Al momento del ricorso del Pdl un giureconsulto aveva commentato così il fatto: Per molto meno in passato altre liste sono state escluse dalla competizione elettorale. Non si capisce pertanto su quali basi sia stato impostato il ricorso del Pdl, che, se accolto, capovolgerebbe all’istante, ed in modo davvero clamoroso, tutta la più recente giurisprudenza del Consiglio di Stato”.

Ma la Magistratura aveva dato poi un responso chiaro e irrevocabile.

Come per dire, che il problema in Italia, anche se la giustizia e i suoi apparati andrebbero riformati, non sono i magistrati, i quali dimostrano nella maggior parte dei casi di essere ancora indipendenti e propensi a far rispettare la legge, ma qualcos’altro.

Ormai una cosa è chiara: in Italia la Costituzione è un optional, usata solo per infarcire discorsi retorici di stampo risorgimentale; la legge quando è applicata ha un sapore amaro: i ladri o solo presunti tali a volte marciscono in galera, mentre corrotti e corruttori possono scorrazzare liberi e giocondi, spesso alla fine non vengono neanche perseguiti, non perché assolti, ma perché il loro reato è stato prescritto.

La politica e la nostra classe dirigente sono, come qualcuno ha detto, il sismografo della massa, ergo, per l’ennesima volta il governo italiano ha dimostrato con il proprio illegale comportamento che è essa stessa parte del problema morale di questo Paese.

D’altronde era difficile aspettarsi un comportamento diverso!

Come può la gente continuare a credere in questa classe politica, quando è lei la prima a non rispettare le regole?

Da notare che nessuno di questi signori (chiamarli così è un eufemismo, chiaramente!) ha fatto ammenda per aver sbagliato, scusandosi della propria goffaggine ed incompetenza con i propri elettori innanzitutto; anzi, hanno cercato di accampare scuse, chiedendo di essere ammessi alle elezioni pur avendo contravvenuto alle regole di presentazione delle liste, come se le regole fossero un optional.

È vero che il Presidente Napolitano si è trovato in una situazione difficile: dire no al Presidente del Consiglio, e quindi creare un clima politico insopportabile, ma rispettando così le leggi, la Costituzione e onorando la carica che ricopre, oppure cercare da buon italiano di risolvere il problema a tarallucci e vino, dicendo che non è democratico avere un partito in meno alle elezioni.

Capisco che la responsabilità del Presidente sarebbe stata in parte al centro della questione, qualora le liste fossero ritenute escluse per davvero, ma ricoprire una tale carica ha degli onori certamente, ma soprattutto anche oneri!

Comunque, che bella motivazione! Infrangiamo pure le leggi, con dei decreti ad hoc, tanto è per il bene della democrazia. Cambiamo le regole mentre si gioca o variamo nuove leggi mentre ci sono i processi in corso!

Ancora un altro ne è passato, ben più grave, poiché quello che è stato fatto con il decreto suona come un esempio del genere: “Giovani, quando andate a fare un concorso in Polizia, nella Scuola, in Magistratura nella pubblica amministrazione e via dicendo, fate pure come credete opportuno, chiedete raccomandazioni, pagate mazzette, barate, contravvenite alle regole, scavalcate quelli che a differenza vostra meriterebbero quel posto più di voi, poiché per la vostra illegale furbizia verrete premiati, fatelo senza farlo sapere però!”

Il problema è che questo si fa già, ma facciamo finta di non saperlo. Ok?

In più questa faccenda aggraverà la nostra già bella fama all’estero, specialmente presso tutti coloro che dall’estero guardano all’Italia come nazione per investire, creare lavoro e importare capitali.

L’Italia è sempre più sinonimo ormai di stato di diritto semiassente, democrazia mediatica e oligarchica, corruzione capillare; ci mancava solo questo!

Quello che è successo dimostra ancora una volta l’incapacità di rigenerarsi di questa classe politica, tuttavia c’è ancora chi osa dissentire democraticamente, con incisività e compostezza, da questo stato d’illegalità diffusa che viene legittimata con un’ipocrisia paradossale e impertinente.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.101) 10 marzo 2010 12:54

    Basta ascoltare le Voci dentro l’eclissi di italiani esempio di coerenza, rigore e impegno civile. Oppure resta la parte di un popolo dalla memoria corta. Un popolo che non sopporta le regole e chi le fa rispettare. Tra qualche giorno ricorderà solo la denuncia fatta dal Cavaliere di: sopruso violento e inaccettabile e duplice ingiustizia subita a Roma. Ricorderà solo che l’opposizione voleva impedire il diritto di voto. Si accontenterà di leggere il Dossier Arroganza di una casta di Primi Super Cives attenta a privilegi, affari e immunità ... E vissero felici e contenti .. (di più => http://forum.wineuropa.it

  • Di Giuseppe Caglioti (---.---.---.199) 10 marzo 2010 14:04
    Giuseppe Caglioti
    L’articolo è stato scritto domenica, ma pubblicato su Agoravox solo ora, ecco perchè può sembrare anacronistico. Tuttavia rimane il messaggio di fondo!

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