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Danimarca in piazza per dire no al rimpatrio dei siriani

Dell’intenzione, contraria al diritto internazionale, del governo danese di rimandare in Siria i rifugiati presenti nel paese avevamo parlato qui.

Ieri la Danimarca è scesa in piazza in 25 città per dire che la Siria non è un paese sicuro e che la protezione nei confronti dei rifugiati siriani non deve venir meno.

Il messaggio sarà chiaro: sebbene l’intensità del conflitto armato sia diminuito in gran parte del paese, le violazioni dei diritti umani proseguono, anche nella capitale Damasco e nei suoi dintorni, dove il governo di Copenaghen vorrebbe far presto atterrare 39 rifugiati siriani prossimi all’espulsione.

È davvero difficile comprendere come le autorità danesi, una volta pioniere della protezione dei rifugiati, siano giunte alla conclusione che la Siria sia un paese sicuro. I siriani che rientrano nel paese sono regolarmente arrestati e sottoposti a interrogatori da parte dei servizi segreti di Damasco.

All’interno del Partito socialdemocratico, la formazione al governo in Danimarca, qualcuno inizia a rendersi conto della crudeltà di politiche di espulsione che condannerebbero a tornare nello stesso luogo dal quale erano fuggiti tanti giovani che avevano iniziato a sognare, a pensare e a parlare in danese.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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