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Dalla comunicazione all’internet delle cose: per l’Italia un aiuto contro la crisi

Questo è l’obiettivo ambizioso di Comunicazione Italiana che ha organizzato il Forum della Comunicazione 2012 a Roma.

Ed è stata davvero un’impresa titanica quella di concentrare in poco meno di una giornata oltre 28 eventi tra workshop, talk show, show case. Il piatto forte è la comunicazione condita in tutte le salse. Si va dalle opportunità di business per le imprese agli scenari sui mercati esteri, dalle start up al giornalismo partecipativo, dal recruiting dei nuovi talenti al marketing per l’internazionalizzazione, dalla reputation economy al crowdsourcing, dai disastrati enti locali all’internet of things. In un universo apparentemente piatto, molto è community che fila in perfetto accordo con social: media, content, platform, responsability, corporate. Persino la cam è social.

E per districarsi in questo labirinto di contenuti sarebbe necessario un poderoso dizionario di marketing visto che persino Philip Kotler avrebbe qualche difficoltà ad orientarsi in questo percorso dove l’inglese tecnico appare in contraddizione con i nostri più affermati dialetti e la scarsa conoscenza delle lingue.

C’è anche il tentativo di misurare cosa passa per twitter indicizzando e analizzando parole o temi con trend topichashtag #forumcom, come: aprirsi, cambia, collaborativi, convergenza, credibilità, crowdsourcing, declinare, glocal, innovazione, intelligenza, internazionalizzazione, media, mercati, paradigma, smart (city, phone, citizen).

Si sarà capito che in questo Forum viaggiamo in un mondo della comunicazione fatto di professionisti, di imprese di qualsiasi settore e di qualsiasi età, di istituzioni pubbliche che arrancano sul crinale delle nuove relazioni con i cittadini, del mondo non profit che in tempi di scarse risorse cerca di non farsi dimenticare. Per i non addetti ai lavori andrebbe detto che non va confusa la comunicazione con l’informazione, parenti distanti dove spesso troviamo figure professionali comuni, i giornalisti, che da una parte devono convincere “un pubblico” che quasi sempre è un cliente da conquistare o da mantenere o da convincere, mentre dall’altra la missione è quella di informare il lettore, il telespettatore, l’internauta, l’ascoltatore.

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Trend topic - Forum Comunicazione 2012

Già perché nell’era di internet il mestiere di chi fa il comunicatore è diventato complicato: non c’è più il giornale amico o nemico con cui trattare oppure il giornalista compiacente. Con i social network (Facebook,TwitterYoutube, blog, citizen journalism, editoria on line) insomma una massa di informazioni, video, commenti, foto e persino pubblicità è fuori da qualsiasi controllo, un rompicapo nuovo anche per i professionisti più rodati della comunicazione.

Andrea Santagata, a capo di Banzai Media, definisce una rivoluzione quella in corso dove gli utenti della rete diventano spontaneamente comunicatori e il loro numero aumenta in relazione alla velocità delle connessioni internet. Ogni utente, secondo Santagata, mette in rete una passione, una voglia di contribuire personalmente, un po’ come succede con Wikipedia. E nel futuro di Banzai media, dopo l’acquisizione di Saperlo.it, ci saranno anche guide pratiche scritte dagli utenti, ritenute più credibili di quelle degli esperti.

Il successo di YouReporter, per Angelo Cimarosti, uno dei fondatori, è decollato con le storie sotto casa che mettono a nudo piccoli o grandi problemi dei cittadini delle metropoli o le nevicate nelle campagne. E non sono solo tragedie come la Costa Concordia o il terremoto a fare traffico sull sito. Sono centinaia di migliaia i video e foto inviati al sito, utilizzati da agenzie come ReutersCNNAljazeera.

E se in questa crescita tumultuosa non si avvertono limiti per il numero di utenti, sono invece le dimensioni dei contenuti a destare preoccupazione. Una criticità è rilevabile anche nel controllo dell’attendibilità dei contenuti che arrivano in rete senza troppi filtri. Esiste quindi un problema di qualità delle informazioni da pubblicare che, a parere di Santagata, non può che essere risolto con software semantici per la comprensione e l’analisi del linguaggio utilizzato. Non è uno scherzo da poco quando parliamo di 8 milioni di contenuti esterni da sottoporre a verifica.

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#forumcom - Trend Topic

Ma quali saranno le piattaforme su cui saranno veicolate nell’immediato futuro informazioni, filmati o altri dati? Le previsioni indicano, come vincitori, i dispositivi che in mobilità non hanno rivali: smartphone e tablet. Si tratterà solo di migliorare e adattare i contenuti allo schermo ridotto di questi device: un compromesso non sempre soddisfacente a cui va aggiunta la durata delle batterie che, al momento non è adeguata al consumo di energia richiesto da un uso persino normale.

Ma oltre smartphone e tablet che cosa ci porterà il futuro prossimo di Internet?

Partiamo da una informazione che Sergio Cozzolino di Telecom Italia ha fornito in chiusura del Forum sulla Comunicazione: nel nostro paese circa otto milioni di Sim non sono all’interno di un dispositivo personale. Cosa significa questo? Semplicemente Internet delle cose, oggetti che comunicano tra loro. E l’Italia è già popolata di apparecchi domestici, macchine, sensori sulle strade, persino alle fermate degli autobus (i display che visualizzano i tempi di attesa del prossimo autobus).

Così secondo Sergio Tonfi di Philips anche un semplice palo dell’illuminazione pubblica a led può fornire la corretta quantità di luce, quando serve nella quantità necessaria: è solo una parte, piccola della smartcity.

Si può citare la logistica dove il miglior percorso di consegna di beni a più destinatari non è più affidato all’esperienza dell’autista del mezzo. Infatti la comunicazione di informazioni tra dispositivi e gps relativamente agli intasamenti stradali, fornisce percorsi alternativi e cambio dell’ordine di consegna, consentendo un prezioso risparmio di tempo e di carburante. 

Ma dalla sinergia tra internet delle cose e smartphone si approda su una nuova isola molto ambita: la salute.

Qui parliamo di prossimi strumenti per la prevenzione con app e sensori in gradi di controllare parametri fisici, diete, analisi cliniche. Tutto a distanza, naturalmente.

Concludendo la tavola rotonda su The Internet of Things: engage in a digital connected worldChicco Testa (nella foto) - un guinness dei primati nel cambiare posto e posti, esperto di quasi tutto - l’importante è che tutta la tecnologia disponibile sia foolproof, funziona ma non si vede. Il resto, almeno a lui, non interessa. Ma di investimenti, chi ne parla?

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