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Dai Compro Oro un italiano su quattro. Aumentano anche i blitz della finanza

È quanto emerge dal Rapporto Italia 2013 dell'Eurispes, con un boom del 19,6% in un anno. Ma si rinforza anche l'azione di contrasto della Guardia di Finanza, con un aumento dell'86% dell'oro e dell'argento sequestrati. Negli ultimi mesi sono stati eseguiti arresti nelle province di Mantova, Napoli e Verbania.

"Oro bene rifugio", si dice. E, in un momento di crisi ha attirato l'attenzione sia delle fasce più deboli, sia della micro-criminalità.

La prima di queste dinamiche la evidenzia il Rapporto Italia 2013 dell'Eurispes, riportato da Corriere della Sera, Articolotre e Clandestinoweb.com. Mette in luce infatti come quest'anno addirittura un cittadino su quattro si sia rivolto ai compro oro, passando dall'8,5% del 2012 al 28,1% del 2013.

Un aumento impressionante del 19,6% che pesa ancora di più se si considera che soggetto della compravendità è il nucleo familiare e non il venditore in sé. Le persone coinvolte sarebbero quindi molte di più.

Con l'aumento delle transazioni aumenta però anche l'azione di contrasto, e in maniera più che proporzionale: sono 52 gli arresti, con un aumento del 200% e 179 i chili di metalli sequestrati (+86%).

I sistemi evidenziati dal rapporto sono molteplici: l'esportazione verso imprese estere (inesistenti), l'elusione dai registri di parte delle compravendite, l'esercizio dell'attività in mancanza dei requisiti necessari. I canali attraverso i quali le attività illecite possono passare attraverso il filtro dei compro oro sono infatti molteplici e di diversa natura.

Oro come rottame È quanto successo nella provincia di Verbania, dove un'operazione della Guardia di Finanza denominata El Dorado ha portato a scoprire un'evasione dell'Iva per ben 336mila euro. La strategia - consolidata nel settore - quella di indicare l'oro acquistato come "rottame metallico". Ancora più raffinata la strategia di una delle otto imprese controllate, che utilizzava un'altra società per fondere i gioielli in oro e farseli rivendere come rottami (qui). Sfruttando di conseguenza una organizzazione superiore a quella della semplice evasione.

Ricettazione Altro problema - emerso stavolta in provincia di Mantova - è quello della ricettazione. Gli accertamenti della GdF hanno permesso in questo caso di appurare le trattative avvenute con soggetti che avevano ottenuto l'oro tramite rapine e furti. Oggetto dell'indagine, come nel caso di Verbania, ancora una compagnia di medie dimensioni, non certo la classica impresa a conduzione familiare, ma un complesso con sedi in Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Trentino e Veneto. Mentre insomma i clienti vendevano i propri gioielli - anche venendo truffati sulle quotazioni - l'azienda li mandava a fondere. Senza nulla dichiarare al fisco, chiaramente. Poi reinvestiva i fondi neri acquisiti in immobili in Costa Rica, Rolex, Bentley e Hummer. Di nuovo vanno tenute a mente i caratteri di metodo che le indagini evidenziano, per alcune considerazioni successive.

Le vie dell'Oro. Diverso il caso di Napoli. Qui un'organizzazione è stata smantellata proprio oggi. A colpire non solo il quantitativo dell'oro, stimato sugli 86 chili per 186 milioni di euro complessivi. Notevole è invece un aspetto che ad oggi si tende a sottovalutare. La struttura scoperta dalle fiamme gialle aveva diramazioni fino ad Arezzo, ma puntate direttamente verso la Svizzera.

Se si riprende il discorso precedente riguardo il "metodo", il rimando alla Svizzera risulta di particolare interesse. Inutile infatti pensare di agire sulle singole attività, se non ci si occupa anche delle "Vie dell'Oro" tramite le quali il bene trova un suo piazzamento semi-legale. E dove dovrebbe finire quell'oro se non in Svizzera, che quanto a trasparenza bancaria non brilla di certo? E allora il punto diventa non il "come", ma l'"a favore di chi".

In Italia la questione rimane affidata all'azione solitaria dell'interrogazione proposta da Emanuele Lodolini al fine di regolamentare il mercato. Questo ci permette di evidenziare il legame - come fa Lodolini - tra compro oro e usura, un mercato tra l'altro in crescita (+1500% in un anno!). Soprattutto però ci permette di fare qualche raffronto con un vicino che di questioni aperte con la trasparenza ne ha parecchie: San Marino.

A San Marino a qualche risultato si è arrivati, grazie anche alle pressioni del Movimento Rete (Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità). È di qualche giorno fa l'annuncio che arriverà una "Disciplina del mercato dei metalli preziosi". Molte polemiche si sono aperte perché il governo ha rimandato a settembre l'attività legislativa, ma qualcosa si muove. E in Italia?

 

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