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Da Palermo a Catania il fallimento del Pdl (seconda puntata)

La prima puntata è qui

LA CITTA’ DAI RUBINETTI D’ORO

Se a Palermo la “munnizza” invade le strade, a Catania il comune non se la passa poi così bene.

 

Sono lontani i tempi fastosi in cui Silvio Berlusconi approdava in città su una nave da crociera per festeggiare la vittoria a sindaco nel 2000 del suo medico personale.

Umberto Scapagnini insieme alle sue giunte dovrà comparire il prossimo 28 giugno davanti al giudice dell’udienza preliminare.

Il motivo? Un buco di bilancio di dimensioni colossali, che lo scorso anno costrinse il governo amico a metterci una pezza con un regalo da 140 milioni di euro (sui quali però sta indagando la Procura).

A Catania l’esercizio quotidiano della democrazia ha un costo, soprattutto il mantenimento del consenso tra i cittadini.

Il comune sguinzaglia così le sue municipalizzate per meglio distribuire favori e prebende alla folla bisognosa, agli amici compiacenti, agli elettori in difficoltà.

Protagonista è la Sidra s.p.a., l’azienda che si occupa dell’acqua potabile e vanta un deficit di circa 120 milioni di euro.

Un Eden dove non si bada al quattrino: dal 1999 al 2006 le spese passano da 5 milioni di euro a 9 milioni e 300 mila, mentre il compenso degli amministratori sale da 100 a 500 mila euro.

Interessante la natura di alcuni “servizi” erogati dalla Sidra: 80 mila euro per un albero di natale, 6.600 euro per gli zampognari di Siracusa.

E ancora: 11 mila euro di piante tropicali e 27 mila per i festeggiamenti del Capodanno prima delle elezioni. Infine, “per sollevare l’umore dei capi”, 2mila e 600 euro per l’immancabile concorso di Miss Muretto.

Non solo, per fronteggiare la crisi dell’occupazione, tra il 2002 ed il 2003 si avvia un notevole incremento di assunzioni. “Il 90% erano composti da consiglieri comunali, provinciali, figli o parenti”, come ha spiegato un ex dirigente Sidra ai microfoni di Report.

Da Palermo a Catania, la Sicilia governata dal centrodestra cerca di sopravvivere tra dissesti finanziari e accesi scontri politici nella giunta Lombardo, con gli uomini del Pdl cacciati dalla Regione.

In mezzo i cittadini, che il 6 e 7 giugno dovranno decidere se premiare ancora i Berlusconi boys, tra i responsabili del disastro.

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