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Crisi economica. Il vascello Italia naviga in brutte acque

Crisi economica. Il vascello Italia naviga in brutte acque

oSe n’è andato il 2009 che ricorderemo tutti come l’anno della crisi finanziaria ed economica, almeno così gli organi d’informazione hanno impresso questa immagine nella nostra mente con termini da Apocalisse mediatica.

 

In realtà poi in questo terribile anno appena trascorso, abbiamo potuto provare sulla nostra pelle quanto sia stato duro e difficile far tornare i conti in tasca per ciascun lavoratore o pensionato italiano alle prese con la vita di tutti i giorni.

Analizzando i dati economici degli ultimi 12 mesi di seguito riportati, possiamo testimoniare lo stato delle cose, che ha pesato profondamente sul funzionamento del paese Italia.

Partiamo dal dato della produzione industriale del nostro paese che ha incassato un arresto brusco ma non inaspettato, in quanto da ottobre 2008 quando si era già registrato un dato negativo del –7,5% annuo si è passati ad ottobre 2009 con un ulteriore –13,9% consuntivando così uno dei trend peggiori dal dopoguerra.

Ora si attendono i dati che comunicherà l’Istat il prossimo 10 febbraio con i dati definitivi di dicembre 2009 ma nulla fa ben sperare.

La conseguenza diretta di questo dato si è riflessa per l’intero anno passato sulla disoccupazione dove il 2009 ha fatto registrare uno dei peggiori risultati di sempre passando da un 7% di dic.2008 ad un 8,5% di Dic.2009 con un incremento del +1,5%; ottenuto con un +0,6% nei primi 6 mesi dell’anno ed un +0,9% nel secondo semestre dell’anno, confermando così un trend in crescita della disoccupazione, contrariamente a quanto riportato dagli organi Governativi. Il numero di disoccupati ha quindi raggiunto la cifra record di 2.138.000 unità a fine 2009.

Chi non ha perso il lavoro ha però dovuto confrontarsi con la cassa integrazione. Soltanto nel corso dell’anno passato c’è stato un aumento delle ore di cassa integrazione autorizzate del +186,6%, che ha eroso prepotentemente i salari dei lavoratori italiani sottraendo loro potere d’acquisto.

Segni di miglioramento per il mese di gennaio 2010 riportano una riduzione dell’utilizzo della cassa integrazione ordinaria del -20,78%, mentre per la cassa integrazione straordinaria la diminuzione dell’utilizzo è del –14,83%, ma per ora questo segnale isolato non può farci illudere sull’uscita dal tunnel delle difficoltà.

Dal lato dei salari è arrivata una nuova conferma dal FMI dell’inadeguatezza (ndr) del nostro sistema retributivo che assegna all’Italia il 23° posto nella classifica mondiale dei salari medi con 21.374$ procapite, trovando in prima posizione la Corea (39.931$), poi Gran Bretagna (38.147$), Svizzera (36.063$), e via dicendo una lunga lista di paesi più virtuosi, nel 2009 questo dato ha pesato ancora di più sulle spalle di molti cittadini italiani.

Il debito pubblico pur in una congiuntura negativa ha invece continuato la sua marcia inesorabile verso l’alto, nulla può frenare questa macchina mangia risorse che senza controllo ad ottobre 2009 ha battuto ogni record storico raggiungendo quota 1.801,685 miliardi di Euro per poi scendere a novembre 2009 a quota 1.783,858 miliardi di Euro, facendo un semplicissimo conto ad ottobre gli italiani avevano sul proprio groppone un debito di circa 30.028€ procapite generato dai malfunzionamenti della macchina pubblica!

Anche il Pil ha avuto uno stop dalla crisi congiunturale del 2009, si è bloccata la crescita per poi arretrare con un –4,7% annuo, mentre agli analisti del settore si concede una previsione di crescita del Pil per il 2010 del +1,1%, dato per il quale si manifesta quanto l’Italia soffra del peso della sua arrugginita situazione strutturale che permetterà al resto d’Europa una crescita media del +1,5%, sempre poca cosa rispetto alla performance del +10,5% della Cina.

Anche il turismo importante motore economico del nostro paese sta risentendo profondamente della crisi in essere, anche qui sconteremo i ritardi di uno sviluppo organico mai portato avanti per mancanza di politiche nazionali adeguate a un paese che vanta tutte le nostre ricchezze naturali e culturali.

Il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ha dichiarato una perdita netta delle strutture ricettive alberghiere del –3,8% che ha generato in questo settore la perdita di 12.000 posti di lavoro nel solo 2009. Complessivamente il turismo italiano ha subito una perdita economica per 1,7 miliardi di Euro nel 2009 e la perdita complessiva in tutto il settore per 75000 posti di lavoro nel 2009, assegnando l’appellativo di ‘anno da dimenticare’, cosa invece mai dichiarata dal ministro Brambilla ottimista per ‘istituzione’.

Tutti questi indicatori danno la sensazione di un paese in estrema difficoltà in tutti i suoi principali settori economici che si riflettono profondamente nel tessuto sociale.

Ci si appresta ad affrontare un 2010 senza tangibili segni di miglioramento che possano far pensare ad un recupero parziale di quanto demolito e bruciato nell’anno appena trascorso.

Con l’inizio del 2010 infatti tutti i contribuenti italiani ritroveranno anche un’altra sorpresa che è l’aumento dell’inflazione generato dalla crescita della bolletta energetica e quant’altro.

Ritroveremo anche quest’anno una crescita dei costi del gas del +2.8% con sottrazione di circa 26,00€ annue a famiglia (dati Nomisma), aumenti dell’energia elettrica del +12,1%, aumento del canone Rai del +1,8%, i carburanti sono cresciuti del 16% (rilievo al 27/01/10), polizze assicurative e la lista potrebbe continuare a dismisura, ma la sostanza rimarrebbe sempre quella.

Un altro anno come il 2009 nessuno se lo auspica ma i presupposti non fanno certo presagire al meglio, soprattutto quando alla guida del paese la politica opulenta e poco lungimirante è attanagliata dai problemi del suo Premier.

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