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Corteo Roma. Una tranquilla giornata di protesta

Parto presto, ma arrivo tardi. La pioggerellina è fitta, insistente, maledettamente fastidiosa. Ma non dovevamo vederci qui? Alla Piramide

Niente di niente. Nessun studente. Mi avvicino ad una postazione TV. La
presentatrice, tutta bella, linda, truccata col suo cappellino multicolore e il "gelato" stretto nella mano destra. "E la manifestazione?" chiedo. "La stiamo aspettando anche noi". Ma qui oltre al freddo non c'è nessuno. Mi ha detto un collega che sono a Piazzale Moro. E vorrà dire che andrò alla Sapienza. Infatti l'assembramento è qui. Nessuna tuta nera, pochi caschi, ma i botti ci sono. Parte il corteo, e la polizia è discreta, nessun travestimento antisommossa, pacifici e tranquilli anche loro. Le assemblee hanno deciso di lasciar nel loro
fango i palazzi del potere ed i loro abitanti. Loro consegneranno pacchi dono.

Uno è consegnato all'Umberto I, simbolo della Sanità pubblica. Un altro lo consegnano alla Camusso. Una delegazione sale, chiede di allargare la protesta anche al mondo del lavoro, chiedono lo sciopero generale. Ma non ricevono risposta. Il silenzio arriva anche dalla CGIL, l'opposizione sociale ha chiesto passo, come quella politica, d'altronde. Decido di precedere il corteo con lo scooter. Prevedo un lungo itinerario. Il percorso però non è predefinito. La fantasia è al potere. Chiedo al vigile, ma dove passerà il corteo? Ma forse andranno verso Porta Maggiore, o forse saliranno su per la Tangenziale. Tiro la
monetina e decido per Porta Maggiore. Aspetto. Dall'alto l'elicottero della polizia mi indica, a grandi linee forse ci ho azzeccato. La classe non è acqua. Arrivano e sono aumentati. Mi dicono che un pezzo, quello degli studenti medi, si è distaccatro ed è andato al Ministero della Pubblica istruzione, a Trastevere. Sfilano tranquilli, passano il sottopassaggio e al chiuso i botti dei petardi si fa assordante. Ma sono colorati, e non fanno sconti. Chiedono lo sciopero generale, e ormai la Gelmini non gli basta più. Vogliono allargare il fronte della protesta, costruire una nuova stagione politica e culturale.

Fare fronte unito con tutti i precari, con tutti i lavoratori. I vigili sono impazziti, precedono il corteo e a sensazione prevedono quale direzione prenderà per poter in anticipo dirottare il traffico. O sono organizzati bene, oppure le auto son poche questa mattina. Grande traffico non si è creato. Quindi, forte della mia previsione, prevedo che andranno a Piazza San Giovanni. Mi reco là. Stavolta ho fatto cilecca. L'elicottero mi indica che son lontani. Poi mi diranno che son andati per le campagne. Addirittura sulla A24 verso l'Aquila. E che voglion andare a L'Aquila a piedi? Ma son proprio matti.

Decido che per oggi è abbastanza. Ieri sera ancora assemblee e forse oggi sit-in a Piazzale Clodio. Per il processo ai loro compagni arrestati. Son ritornato verso Piramide e ritrovo un altro pezzo di corteo. La polizia è tanta e tutta in abbigliamento anti sommossa. Mi accingo a scattar foto, ma alcuni giovani mi dicono che non posso, vorrei discutere, ma le mani si avvicinano pericolosamente alla macchina fotografica, Soprassiedo. Mi limiterò solo a guardare. Si fermano presso la stazione della Metro. Penso che tenteranno di occuparla. Ma lo schieramento della polizia è imponente. Si sciolgono, si disperdono. E anch'io. Decido di andare a Scienza Politiche. C'è assemblea.

qui le foto

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