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 Home page > Tribuna Libera > Conte, non dovevi patteggiare

Conte, non dovevi patteggiare

Qualche amico, parlando di calcio, mi ha chiesto cosa penso del processo calcioscommesse in casa Juve, la mia nuova Juve.

Prima precisazione: in casa Juve solo di conseguenza, perché Conte e Bonucci oggi si trovano in questa società, ma al tempo dei fatti contestati, non erano assolutamente iscritti nel registro buste paga della società bianconera (quella di Torino).

Per il resto affermo che in gioventù, solo quando fregavo la nutella nel vasetto e venivo scoperto, patteggiavo. Ma se a rubarla era stato uno dei miei fratelli, facevo valere la mia sincerità, lealtà ed innocenza. Credo pertanto di aver risposto alla domanda.

Può anche darsi che, esistendo solo e soltanto una giustizia sportiva sbrigativa, in cui l’accusa domina incontrastata, sia allora meglio scegliere il male minore, cioè la riduzione del danno. Ma non è questa la giustizia, sportiva e civile, che vorrei. E, comunque, questo atto di sottomissione resterà per me una macchia indelebile nella memoria collettiva, addenserà l’ombra del sospetto sul comportamento di Antonio Conte, alimenterà attorno ai bianconeri, finalmente liberi e puliti, tornati alla vittoria, l’ostilità beffarda di tutti gli avversari.

Ma, soprattutto, darà una legittimità a un procedimento della giustizia sportiva ancora una volta fondato sull’incertezza delle prove. Leggo adesso che dovrebbe esserci una multa (si parla per Conte) di 200mila euro, che poi la Figc devolverà in beneficenza pro terremotati dell’Abruzzo ed Emilia.

Ecco, rimango ancor più della mia convinzione, come sempre “tarallucci e vino”.

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