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Conflitto d’interesse e opposizione

Alla fine dell’articolo precedente scrivevo: una domanda che mi sono sempre posto è: perché l’opposizione, si è sempre opposta al conflitto d’interesse?

"Si verifica un conflitto di interessi quando viene affidata un’alta responsabilità decisionale ad un soggetto che abbia interessi personali o professionali in conflitto con l’imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno visti i propri interessi in causa."

Conflitto d'interesse e opposizione

 
Questo è avvenuto in Italia con l’incarico di primo ministro a Silvio Berlusconi. In merito, si è incominciato a parlare di conflitto con la candidatura di Berlusconi alle politiche del 1994. Questo perché era (ed è tutt’ora) proprietario di diverse società, in modo particolare in campo editoriale; ciò comporta la possibilità di manipolare l’opinione pubblica.

Inoltre, avendo a disposizione testate televisive e giornalistiche, è prevedibile che le si utilizzino al fine di propagandare le proprie idee attraverso metodi non direttamente collegabili al discorso politico, ad esempio con programmi che, pur non parlando direttamente di politica, ne esprimono, però, i concetti.

In questo modo si può manipolare, indirettamente, il pensiero di chi li segue. Ci sono programmi di intrattenimento che di politico non hanno niente ma che trasmettono una certa visione della società. Reality show, telenovelas, approfondimenti sociali ecc, fanno parte di questa categoria. Se, in teoria, l’editoria pubblica, attraverso il controllo dell’autority, deve necessariamente mediare tra le diverse componenti politiche e mandare in onda programmi che rispecchiano la realtà socio/politica, quella privata, non essendo, o essendo, controllata solo dal o dai proprietari, non è tenuta a tener conto di ciò.

Di conseguenza, ne deriva che, un individuo proprietario di società economiche, al fine di impedire il verificarsi di incroci di interessi, non potrebbe/può occupare un incarico politico di rilevanza come primo ministro o comunque altre cariche che lo metterebbe nella situazione di usare i suoi poteri per curare i suoi interessi.

La sinistra a tutto ciò si è opposta sin dall’inizio. Ma perché? Invece di opporsi, non sarebbe stato più realistico adeguarsi, non certo utilizzando i mezzi alla maniera della destra berlusconiana, ma per rispondere alla crescente domanda di ammodernamento chiesta dai cittadini. Si, perché il cittadino, in modo particolare quello giovane, la necessità di una politica che corrisponda alle sue esigenze in campo informatico, la sente molto forte. A questo si può obiettare che tutti i partiti (in modo particolare il PD che ha creato un sito diversificato dove l’utente a modo di interagire col partito), oggi, hanno il loro sito in rete, ma ciò non basta, anzi... La rete, pur con la sua forza mediatica, non è in grado di sostituire la televisione Mentre la rete prevede un certo grado di impegno, la televisione, come la radio, no. Basta accendere e ascoltare, magari facendo altre cose. Sta in questo la sua forza.

Adeguarsi, cioè, creare un networks privato da opporre. Non si capisce perché, se questo avviene, da sempre, nella carta stampata, dove sono sempre esistite testate di partito o comunque di corrente politica, non possa avvenire anche nella comunicazione. Si tratta solo di cambiare mezzo.

Adeguarsi, però, non significa replicare il network privato basato sull’interesse e a conduzione unica, ma creare una struttura diversificata in grado di proporre idee e di creare dibattito nella popolazione. Idee che entreranno nelle case con un chiaro "marchio di appartenenza" e non contestabili per il loro contenuto politico perché, comunque, sarebbe un network privato.

Fare ciò è capitalista? Non credo proprio.
 
Considerando che ormai, la maggior parte delle componenti socio/politiche hanno aderito al liberalismo, e che la sinistra a adottato uno dei pilastri dello stesso - la privatizzazione di tutta l’economia, fatto eccezione di quei prodotti di utilizzo pubblico come l’acqua - e considerando anche che tutte le nazioni del blocco occidentale, ma anche la cina e i paesi del sud est asiatico fanno parte del libero mercato e utilizzano i metodi del capitalismo, utilizzare tali metodi per proporre e promuovere idee innovative in campo sociale ed economico dovrebbe essere la prassi.
Continuare a ritenere la televisione pubblica il mezzo per eccellenza è comprensibile, sbagliato è ritenerla al di sopra le parti. da sempre la RAI è "campo privato" del governo in carica.

La televisione è, ormai, ritenuta da tutti il mezzo per eccellenza nel proporsi alle popolazioni, Berlusconi questo l’ha capito da tempo, è ora che anche la sinistra ne tenga conto e si adegui.
 

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