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Come funziona l’economia. Ce la faremo?

La questione del "ce la faremo...?" in Italia ora sta coinvolgendo sempre più gente che di solito non si pone problemi sull'economia. Ma non è solo psicologia dovuta a oscillazioni dei mercati ed amplificata dai media. La situazione attuale è di enorme accumulo di debito, bassa inflazione, un'altra recessione in arrivo e un tasso di cambio sopravvalutato. Ed ora vi si aggiungono stangate fiscali che riducono ulteriormente il denaro che circola nell'economia. Dovresti allora: 1) svalutare la moneta oppure 2) aumentare il deficit pubblico stampando moneta oppure 3) aumentare il credito. Ma non ci è consentito di fare nessuna di queste cose dal sistema dell'euro, qualunque sia il governo. Rischiamo non solo una recessione, ma una depressione.

La questione del "ce la faremo...?" in Italia ora sta coinvolgendo sempre più gente che di solito non si pone problemi sull'economia. Sento direttori di filiali di banca che dicono ai clienti di smobilitare BTP, dirigenti che pensano che la loro pensione sia in forse, cugine che chiamano chiedendo se è meglio la barretta d'oro o l'ETF Oro, ristoratori marchigiani che per la prima volta in vita loro vogliono vendere short l'euro...Ma non è solo psicologia dovuta a oscillazioni dei mercati ed amplificata dai media. I numeri che ho riportato più volte e citando fonti diverse, dicono che la matematica del debito italiano non sta in piedi. 

Un modo semplice di vederlo è che quest'anno il reddito nazionale crescerà del 3% (0.2% reale e 2.8% inflazione) cioè di circa 40-45 miliardi e gli interessi sul debito pubblico saranno sui 45 miliardi (il costo del debito è ancora per fortuna in media al 3%, anche se le nuove emissioni di titoli di stato ora costano allo stato italiano tra il 5.1% e il 6.2%). Al momento quindi abbiamo già che l'incremento del reddito nazionale annuo va solo a pagare gli interessi annui sul debito. Già questo dovrebbe far fermare un attimo a pensare: oggi la gente lavora in Italia non più per migliorare il tenore di vita, ma per pagare gli interessi annuali sul debito (senza contare che questo è solo il debito pubblico, poi c'è il debito privato da aggiungere che è circa 1/3 di quello pubblico). 

Ma ai livelli raggiunti dai rendimenti dei BTP questo mese, in circa 3 anni il costo medio del debito italiano supererà il 5% che su più di 2.000 miliardi di debito si traduce in 100 miliardi di interessi l'anno. Questo però non è nemmeno il vero problema. Con queste manovre di sacrifici, se le implementano la crescita reale del PIL diventerà negativa già dal 2012 e e probabilmente anche l'inflazione si azzererà. Questo perché se risucchi via dalle famiglie ed imprese 40-50 miliardi di "manovre fiscali" e li usi per ripagare rate di debito ed interessi quello che fai in sostanza è distruggere moneta. Ogni miliardo di "sacrifici" sono soldi che erano in tasca a famiglie ed imprese e spariscono in un buco nero, il pagamento del debito pubblico, sono soldi tolti all'economia, alle famiglie, alle imprese, al commercio.

A questo punto occorre spiegare una volta per tutte come funziona un economia come la nostra perché sembra che non lo facciano bene quasi da nessuna parte. Questo suona arrogante, ma ho studiato questo tema per anni e qui in Italia non vedo nessuno che spieghi chiaramente il meccanismo che ora vado a raccontare nella prossima pagina (chi è interessato poi può avere i riferimenti e le fonti...). Se si hanno quindi alcuni minuti di tempo ci si siede comodi e si legge fino in fondo questo pezzo. Attention please.

Un avanzo di bilancio dello stato, entrate maggiori delle uscite, è una distruzione di moneta, per le famiglie ed imprese. Perché nella nostra economia basata sulla "cartamoneta" la moneta la crea essenzialmente il deficit pubblico annuale. In realtà era così anche ai tempi dei romani o del medioevo o rinascimento, era lo stato che emetteva moneta in varie forme per coprire parte delle spese. Se lo stato in un anno spende 1100 miliardi e ne incassa 1000 ("è in deficit") crea 100 miliardi in più per il pubblico e le imprese da usare. Viceversa se lo stato spende 1000 e incassa 1100 (è "in attivo") riduce il denaro disponibile di 100 miliardi per il pubblico e le imprese. 

C'è però un altra fonte di moneta per le imprese e le famiglie: l'incremento del credito. Se le banche incrementano il credito di 100 miliardi in un anno questo compensa il fatto che lo stato abbia un saldo di bilancio in attivo di 100 miliardi (che significa che sta riducendo la moneta in circolazione di 100 miliardi).

Ma se le banche riducono il credito e in più lo stato riduce le spese e aumenta le tasse, allora la moneta si riduce nell'economia.

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La spirale del debito italiano
Il costo del debito é del 7% la crescita del pil è al 3 %

Ora, se c'è inflazione elevata o crescente velocemente e anche una buona crescita reale dell'economia, questa riduzione di moneta può essere utile, per tenere a freno l'inflazione (se si limita ad un anno o due). 

Questo meccanismo è stato capito in qualche modo dopo la Grande Depressione, per cui da allora succedeva quasi sempre così: se le banche avendo esagerato di colpo riducevano il credito, gli stati compensavano questa distruzione di moneta con qualche cosa d'altro, riducevano le tasse o aumentavano la spesa, insomma incassano meno di quanto spendono in modo da creare moneta per le famiglie ed imprese.

Quindi se sei in una situazione con inflazione bassa, recessione e le banche che riducono il credito (che costituisce moneta!) allora bisogna che lo Stato stampi moneta in misura proporzionale per evitare una brusca riduzione del reddito. La quale riduzione del reddito poi porterebbe a fallimenti e default, i quali a loro volta a catena spingerebbero le banche a ridurre il credito ulteriormente, lo stato a perdere entrate e a dover aumentare tasse per pareggiare il bilancio, in una spirale in cui la moneta e il reddito si riducono automaticamente.

Se lo stato non è in grado di andare in deficit e le banche, ad un certo punto, di aumentare il credito, questo meccanismo ti crea, di nuovo, la Grande Depressione. Questo è quello che è successo in sintesi in America e altri paesi negli anni '30, il sistema bancario era paralizzato e lo stato non era in grado di spendere a sufficienza per cui la moneta veniva distrutta, calava del 30% e con lei il PIL (30%). Non c'è bisogno quindi ora che leggiate dei libri sul tema, il nocciolo è stato spiegato qui...

Bene, anzi male. Applicando ora questo ragionamento a quello che succede oggi capisci cosa succede in Grecia, Irlanda, Portogallo, Lettonia... e poi tra un poco in Italia: se fai una "manovra di sacrifici" da 50 miliardi con tasse e riduzioni di spesa, in presenza di bassa inflazione e crescita zero, devi poi finanziare l'economia in qualche modo. E come? Tramite maggiore credito, le banche devono essere in grado di erogare credito. Ma le banche hanno esteso troppo credito per 20 o 30 anni di seguito, si sono indebitate loro stesse, per ogni miliardo di capitale ne hanno 30 o 40 di impieghi. E le famiglie sono molto indebitate.

Se le banche di colpo riducono il credito nell'economia devi fare allora per compensare una "manovra di spesa" da 50 miliardi, con meno tasse e aumenti di spesa, creando un deficit annuale di bilancio pubblico. Perché un deficit dello stato, significa un "surplus" per le famiglie ed imprese, le quali non possono vedersi tagliare il credito e simultaneamente aumentare le tasse e ridurre i trasferimenti della spesa pubblica

In sintesi: in un'economia molto indebitata, in recessione e con bassa inflazione non puoi ridurre simultaneamente il credito ed il deficit pubblico, perché altrimenti riduci del 10% o 20% la moneta nell'economia, come sta succedendo in Irlanda, Grecia e Portogallo.

E l'economia automaticamente si riduce del 10% o 20%. E questo fa diminuire automaticamente le entrate dello stato, inducendo lo stato a spendere ancora meno per mantenere il pareggio di bilancio, aumentano fallimenti e bancarotte spingendo le banche ad erogare ancora meno credito. Se riduci la moneta, l'economia moderna soffoca.

L'unica altra via d'uscita in questa situazione sarebbe svalutare la valuta del 30%. Questo fa aumentare di un 5% ad esempio il reddito nazionale grazie alle esportazioni all'estero e in questo modo incrementa la moneta grazie a maggiori esportazioni, che risucchiano dall'estero (vedi Cina, Corea, Taiwan e gli altri astuti asiatici che da 20 anni tengono le loro valute depresse).

In sostanza la moneta deve aumentare ogni anno almeno di un 3-5% in qualche modo perché il reddito nazionale cresca. Tu puoi anche lavorare molto e tanti altri come te e altri ancora essere disposti a lavorare di più, ma senza moneta hai disoccupazione e l'economia si contrae anche se la gente vorrebbe lavorare.

Anche se la popolazione non è pigra e indolente, anche se sono americani, giapponesi o tedeschi e non greci e boliviani si ritrovano in decine di milioni ad essere disoccupati con le aziende che chiudono. E tutti si chiedono come mai visto che tante gente lavora bene come prima, tanti vorrebbero lavorare e ci sono tante tecnologie utili.

Ma milioni di persone non possono lavorare perché accadono tre cose che simultaneamente riducono la moneta: 

1) Le banche gonfiatesi troppo e piene di "sofferenze" riducono il credito (riducendo il denaro a disposizione di imprese e famiglie).

2) lo stato fa l'"austerità" e passa alle stangate fiscali per "ridurre il deficit" (per cui assorbe denaro dal pubblico e 

3) le esportazioni non salgono rispettono alle importazioni come valvola di sfogo, perché la valuta è sopravvalutata. Per cui in questa situazione la moneta nell'economia si riduce continuamente e, indipendentemente da qualunque altra cosa, automaticamente l'economia si contrae.

La cosa peggiore è che questo meccanismo continua a ridurre la moneta e a ridurre il reddito continuamente e automaticamente, si autoalimenta se lo stato non fa qualcosa. Come è avvenuto negli anni '30, quando inesplicabilmente americani, inglesi e tedeschi, popoli diligenti e per niente pigri, si sono ritrovati con decine di milioni di disoccupati, fallimenti a catena e riduzioni del PIL del 30%. E la stessa identica cosa sta accadendo in Irlanda, Estonia, Grecia... se riduci la moneta in circolazione l'economia moderna soffoca!

In conclusione: la situazione attuale è di enorme accumulo di debito, bassa inflazione, crescita zero e tasso di cambio sopravvalutato. Per evitare la spirale della depressione devi: 

1) svalutare la moneta oppure

2) aumentare il deficit pubblico stampando moneta oppure 

3) fare aumentare il credito alle banche (ad esempio nazionalizzandole o garantendole dallo stato). 

Senza moneta l'economia moderna soffoca!

Ma se non fai nessuna di queste tre cose, perché sei nell'euro, perché ti impongono i sacrifici e le stangate fiscali, perché la Banca d'Italia non ha poteri e la BCE non stampa moneta e perché le banche sono cotte... hai una continua riduzione della moneta dell'economia che si autoalimenta in una spirale che crea non una normale recessione, ma una nuova depressione come negli anni '30

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.175) 2 dicembre 2011 12:06
    Damiano Mazzotti

    Ottimo articolo... che dimostra che nonostante le pluridomostrate limitazioni burocratiche e mentali di molti economisti la gente comune continua a credere alle boiate che dicono..

    E un’abitudine che purtroppo hanno quasi tutti: cresciamo a suon di boiate dei genitori meno acculturati dei figli, dei preti burocrati e dei giornalisti pettegoli e opportunisti.

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