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Clamorosa boutade agostana: si crei la Regione salento

Ad opera di un nutrito drappello di cittadini, alcuni dei quali personaggi noti e/o autorevoli, è stato recentemente costituito, mediante solenne rogito notarile, un movimento - comitato col proposito di indire un referendum per l’istituzione della Regione Salento.
 
Nella presentazione dell’evento riportata dalla stampa, si legge che l’organismo in questione “è appena nato, ma già avanza spedito sulle proprie gambe col piglio deciso di chi di strada ne vuol macinarne a chilometri”.
 
Di grazia, quando mai! La sensazione è, piuttosto, che si tratti di polvere e fumo, di scarica adrenalinica da protagonismo ed esibizionismo: la struttura che si vorrebbe concepire - specialmente in un momento in cui v’è bisogno e urgenza di tagliare o eliminare gli enti e le istituzioni soverchi e superflui, con i relativi insostenibili costi - non sta proprio in piedi, altro che speditezza di passi e chilometrici, fecondi obiettivi. Ad ogni modo, non si è certamente di fronte ad una novità, ma all’ennesima, arciriciclata pulsione autonomistica.
 
Parimenti obsoleta, la motivazione che gli “statisti” di queste bande vanno ora adducendo, ossia di conseguire l’affrancamento, una volta per tutte, dalla parzialità dei “baresi”, i quali gestirebbero le risorse pubbliche e indirizzerebbero le iniziative utili, prevalentemente a beneficio della loro area.
 
E’, questa, un’ ulteriore, grave e pericolosa amenità.
 
Ammettendo pure che Vendola e compagni (con riferimento all’oggi) indulgano a qualche preferenza, è assurdo, improponibile pensare di spaccare la regione Puglia.
Esistono, infatti, sistemi di ben altra natura, democratici e senza costi, per opporsi ad eventuali ingiustizie o prevaricazioni: già dai banchi del Consiglio e, comunque, sotto forma di argomentazioni serie, di denuncie appropriate, lotte dialettiche ad oltranza, proposte alternative e paritetiche, azioni e materie tutte che, ove davvero idonee, riuscirebbero ovviamente a trovare notevole e favorevole cassa di risonanza con conseguente eco e appoggio da parte dei media, non solo entro i confini dello specifico ambito territoriale, ma anche a livello nazionale e di Governo centrale. Ciò, ha titolo per definirsi, giustamente, strada, per il resto si tratta di chiacchiere, se non di premesse e fonti per danni e sprechi rovinosi e deleteri, ampiamente al di là dei proclamati e attesi vantaggi post ipotetica scissione.
 
Semplice notazione geografica, per quel che può significare, non si dimentichi che l’attuale capoluogo trovasi, nel territorio pugliese, in posizione quasi mediana, distando all’incirca 200 chilometri da Chieuti, il comune di confine più a nord e 219 chilometri da S. Maria di Leuca verso sud.
 
Da ultimo, ma non per importanza e delicatezza, si ritiene di avanzare una notazione di costume: il movimento – comitato in questione è stato ideato e fondato dal leccese Paolo Pagliaro, editore di Mixermedia, un Gruppo che comprende tv e radio private.
 
Beh, che c’entra, intanto, l’editore Pagliaro con la gestione della cosa pubblica e quale apporto di competenza potrebbe egli conferire alla ipotizzata Regione Salento? E, poi, in caso di sua candidatura ed elezione ad amministratore, dove e come si andrebbe a parare? Si intende forse ricalcare nel Tacco d’Italia - ovviamente su scala proporzionalmente limitata - la così tanto vituperata e combattuta posizione di denunciata conflittualità in cui versa un certo Presidente del Consiglio, il quale è anche imprenditore e editore?
 
Infine, perché gli illustri personaggi richiamati in apertura, laddove vogliano autenticamente bene alla terra di appartenenza, non orientano, eventualmente, i loro mezzi, le loro doti, le loro capacità e il loro impegno, in assoluto spirito di no profit personale, verso interventi di pubblico interesse inequivocabilmente seri e al di sopra d’ogni sospetto?

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.36) 17 agosto 2010 13:34

    Sono salentino, e posso assolutamente assicurare che questa storia della Regione è assolutamente una stupidaggine.
    E’ vero, i salentini sono molto orgogliosi della propria terra e delle origini, c’è dell’astio con Bari e la tutta la zona del barese (come ovunque nella nostra Italia, terra dei mille orticelli e mille campanili), ma da questo a volere una regione autonoma ce ne passa di acqua sotto i ponti.
    Il salento ha più o meno 1.500.000 di abitanti, se fra tutti questi c’è un gruppetto sparuto di qualche decina, o un centinaio di persone che si muovono per l’indipendenza non ha nessuna importanza.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.36) 17 agosto 2010 13:34

    Sono salentino, e posso assolutamente assicurare che questa storia della Regione è assolutamente una stupidaggine.
    E’ vero, i salentini sono molto orgogliosi della propria terra e delle origini, c’è dell’astio con Bari e la tutta la zona del barese (come ovunque nella nostra Italia, terra dei mille orticelli e mille campanili), ma da questo a volere una regione autonoma ce ne passa di acqua sotto i ponti.
    Il salento ha più o meno 1.500.000 di abitanti, se fra tutti questi c’è un gruppetto sparuto di qualche decina, o un centinaio di persone che si muovono per l’indipendenza non ha nessuna importanza.

  • Di andrea_13j (---.---.---.122) 17 agosto 2010 15:50
    andrea_13j

    direi di più: regione autonoma, a statuto speciale

    il salento rispetto al resto del sud sembra il sudtirol

    arrivederci

  • Di (---.---.---.38) 17 agosto 2010 18:05

    Il Salento 21^ Regione d’Italia ha il suo senso. Prima di tutto la popolazione delle tre provincie interessate è di circa due milioni, di gran lunga superiore a tante altre regioni d’Italia. 

    Ai poco informati ricordo che la Regione Salento era tra le Regioni da formare, solo che i soliti giochi di palazzo hanno autorizzato regioni con meno della metà di abitanti disconoscendo quella salentina. 
    Il fini del sig. Pagliaro non li conosco ma questa non è la sola ed unica iniziativa. Le iniziative si perdono nella notte dei tempi ed i primi movimenti risalgono a Cadacci Pisanelli osteggiato proprio da Aldo Moro.
    Non ritengo una buona giustificazione per stoppare l’iniziativa quella di contenere i costi della burocrazia. Sino ad oggi lo stato italiano paga e spreca tanti miliardi ad aree del territorio nazionale che poi sputano proprio nel piatto dove mangiano. Trovo ingiusto erogare enromi fiumi di denaro alle regioni a statuto speciale e relative provincie. Non vedo perchè il Salento l’area territoriale pugliese più ricca di arte, storia, cultura, tradizioni non debba essere annoverata al rango di regione. Trovate voi giusto che l’alta velocità si debba fermare a bari? Perchè l’Italia finisce lì? Mi spiega perchè il raddoppio ferroviario e relativa elettrificazione del tratto Bari-Lecce è terminato solo qualche anno fa, come lo stesso l’arteria stradale che unisce Bari con il Salento? Se autonomismo, secessione, e quant’altro di peggio viene proposto dalla lega, tutti in fila, se lo chiede un’area del sud d’Italia è una fregnaccia. 


     

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