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Cipro, scoppia il carico di armi sequestrato all’Iran. Non sapremo mai a chi erano dirette

A Cipro è scoppiata una polveriera, anzi no, è scoppiato il carico sequestrato a una nave iraniana l'anno scorso e conservato in una base militare. Il carico era stato sequestrato a una nave diretta in Siria e dirottata a Cipro nel 2009, perché violava l'embargo all'Iran o ad Hezbollah o ad Hamas a seconda delle versioni.

Il sequesto assunse subito il carattere di un giallo, come spesso accade in queste occasioni e alla fine non si è mai capito bene a chi fossero dirette le armi e quante fossero davvero le navi coinvolte nella storia. Il materiale è poi stato stoccato e abbandonato presso la base navale di Evangelos Florakis in novantotto container lasciati al sole. Un'incuria criminale, visto che il riscaldamento dei container è la causa del disastro riconosciuta ufficialmente dal governo cipriota, per questo il ministro della Difesa e il capo dell'esercito hanno rassegnato le loro dimissioni.

L'esplosione, oltre ad aver ucciso dodici persone e aver fatto un numero imprecisato di feriti, ha danneggiato la più nuova delle tre centrali elettriche cirpiote, la rete telefonica e prodotto molti danni nelle immediate vicinanze della base. Con il calo della fornitura elettrica il governo è stato costretto a chiudere gli impianti di desalinizzazione e tutta l'isola dovrà ridurre i consumi per quel che si può, nel pieno della stagione turistica. 

Resta l'evidenza per la quale a Cipro, per volontà della "comunità internazionale", è stata lasciata una patata bollente che le autorità locali non erano in grado di gestire.

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