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Chi sbaglia, si fa la legge

L’etica politica assume più le sembianze di un pozzo, in cui non si riesce più ad intravedere il fondo della vergogna e dell’ingiustizia. Eppure, una soluzione democratica a questo ciarpame esiste...

Chi sbaglia, si fa la legge

Notizia ANSA delle ore 00.05 del 6 marzo 2010: "Da Napolitano ok a dl salvaliste".
 
Si aggiorni la lista delle leggi ad-castam: è appena stato approvato il nuovo decreto legislativo che "immunizza" i partiti da eventuali errori od orrori burocratici.
 
Ora Alfredo Milioni, responsabile elettorale del Pdl nel Lazio, potrà dormire sogni tranquilli: il suo pasticcio è stato risolto addirittura col beneplacito del Presidente della Repubblica.
 
Ora i candidati del Pdl del Lazio e della Lombardia potranno partecipare senza timori alle prossime elezioni regionali, scannandosi con gli altri papabili governatori per una lotta di poltrone.
 
Tuttavia, da semplice cittadino quale sono, ho l’amaro in bocca.
 
La delusione verso un’inconcepibile decreto si somma alla rabbia nei confronti delle istituzioni, in particolare verso quelle persone che dovrebbero tutelare più i miei diritti che i loro amici, dando come risultato una profonda tristezza, quasi una voglia di fuggire da questo Paese.
 
Manca un completo senso dello Stato da parte di chi lo rappresenta, ma soprattutto si crea un pericolo precedente: il ddl appena approvato si definisce "interpretativo".
Vuol dire che è basato non su una legge, non su un fatto reale, ma variabile (concedetemi l’espressione) in base all’ "umore" del giurista.
 
Chi garantisce, per esempio, che una persona sia fisicamente presente all’interno degli uffici elettorali, se la scadenza oraria non è più valida?
 
Chi controllerà se un candidato raccoglierà mille firme false per presentarsi alle
elezioni?
 
Volendo, può candidarsi ognuno di noi, presentando 3000 firme con lo stesso nome e cognome...
 
Di fronte a quest’obrobrio giuridico, tuttavia, esiste una potentissima arma, in grado di far saltare governi, piani politici e campagne elettorale. E’ assai pericolosa, perché non è controllabile e può esercitarlo chiunque di noi. Parlo del diritto di voto.
Ognuno di noi, quando si recherà alle urne, pensi attentamente a chi vorrà affidare la guida della propria Regione. Se pensate di esser stati defraudati da quest’emendamento, entrate nella cabina elettorale e riflettete attentamente a chi assegnare il futuro della vostra terra.
 
E se non vi basta, parlatene con colleghi, amici, parenti.
 
Come recita l’articolo 48 della nostra Costituzione: il voto è personale, uguale, segreto e soprattutto libero. Quindi, se il decreto vi appare un’assoluta vergogna, la soluzione l’avete a portata di mano il 28 e il 29 marzo. Anzi, oserei dire, a portata di penna.
 

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