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Chi è Paul Ryan? Se lo chiedono anche gli americani

I democratici hanno deciso di lanciare un attacco preventivo contro il candidato vice presidente poche ore prima del suo atteso discorso alla Convention di Tampa. Uno spot in bianco e nero dove accusano Paul Ryan di essere l’uomo che con le sue idee affonderà definitivamente la classe media americana

Secondo un recente sondaggio di Pew Research Center sono ancora molti gli americani che non si sono fatti un’idea precisa di chi è il giovane che accompagna Mitt Romney nell’avventura elettorale. Il 37% degli interpellati esprime un giudizio positivo, con termini per definirlo che vanno dall’intelligente all’energetico, dall’onesto al capace.

Un altro terzo, invece, ha una visione radicalmente opposta. Il 35% ha affermato che il deputato del Wisconsin è un idiota, un estremista, un uomo pericoloso. In mezzo a questa polarizzazione (non inusuale nella politica americana degli ultimi due anni) c’è una massa di dubbiosi – circa il 30% – che potrebbe decidere di dare o negare la fiducia a Paul Ryan.

Con il suo spot, la macchina di propaganda di Obama punta a portare dalla sua parte questo ultimo pezzo di elettorato. Sarà compito di Paul Ryan evitare che ciò accada.

Il suo discorso alla convention è stato il più importante della sua carriera. A Tampa, in ordine di importanza sarà solo un gradino più in basso di quello di Mitt Romney. Perché se il candidato mormone dovrà convincere gli americani di essere l’uomo giusto per gli Stati Uniti, Paul Ryan dovrà indicare quale sarà la direzione di marcia che prenderanno gli Stati Uniti con un nuovo presidente repubblicano alla Casa Bianca.

L’uomo che può riempire di contenuti ideologici e politici il congresso repubblicano è proprio il rappresentante del Wisconsin. Indicato da molti come il vero futuro leader del Gop, la punta di diamante di una generazione che riprende con forza il credo reaganiano e che dopo averlo coniugato con le nuove e antiche tendenze espresse dai movimenti collaterali al partito come quello del Tea Party, lo offre agli americani come ricetta di governo per far ritornare gli Stati Uniti all’età dell’Oro.

E’ quello che ha espresso nel suo discorso – un altro dei Keynote Speech (discorso programmatico) fondamentali della Convention - Chris Christie, il governatore del New Jersey, Prova Vivente (repubblicano alla guida di uno Stato dove sono 700.000 gli iscritti al partito democratico, e per decenni governato dall’Asinello) che nessuna sfida elettorale è impossibile quando si hanno delle idee politiche che trovano consenso.

“Io voglio un Secondo Secolo Americano“ - ha detto Christie, scandendo bene le parole. Mettere fine ai quattro anni di Barack Obama per far ripartire l’America, non assistere al suo lento declino. “Non so cosa ne pensiate voi, ma io credo di non volere che i miei pronipoti leggano sui libri di storia di avere avuto dalla nostra epoca l’eredità di un governo che ha sfondato ogni tetto di spesa pubblica, che ha tartassato gli americani con il fisco, costringendoli a diventare dei cittadini di Serie B“.

L’accento del governatore del New Jersey, come lo è stato in parte il discorso di Paul Ryan, è stato più sulla questione del debito statale e delle tasse – gli sgravi sono il volano dell’economia per il Gop – piuttosto che sulla questione della disoccupazione. E’ probabile che anche Mitt Romney, stasera, attaccherà Obama su questo fronte come ha fatto in questi scorci di campagna elettorale prima di Tampa.

Per ora Paul Ryan si gode la sera del suo Good Morning America: come diceva lo slogan che portò Ronald Reagan alla Casa Bianca.

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