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 Home page > Tribuna Libera > Che si apra una strada per una nuova Italia?

Che si apra una strada per una nuova Italia?

Sì allo Stato e no al privato o viceversa, in che direzione andremo?

Siamo adesso alle prese con un nuovo governo, auspicio di noi tutti italiani è che le cose, nel tempo più breve possibile, possano cambiare; d'altronde i nostri sette anni di vacche magre li abbiamo abbondantemente scontati!

Abbiamo sul groppone insoddisfazione, sfiducia, astio, repressione verso chi ha gestito - e non solo in questi ultimi anni, ma da almeno un ventennio - la res publica provvedendo a smontare questa Italia indicata, troppo spesso non a ragione, “potenza economica mondiale”.

Cos'è successo all'interno delle maglie di questo Stato “colabrodo”?

Sperpero di denaro pubblico innanzitutto: stipendi d'oro ed agevolazioni per parlamentari e cariche istituzionali (forse qualcuno potrebbe anche meritarlo, ma la stragrande maggioranza no di certo), spese dissennate nella gestione dei ministeri (specialmente alle sedi centrali) per l'acquisto di strumentazioni, macchinari e suppellettili, che spesso non vengono poi ripagate da un utilizzo efficace - per esempio strumentazioni mediche lasciate marcire in ospedali (Dipartimento Sanità) o laboratori mobili non impiegati per la mancanza di carburante (Dipartimento Comunicazioni) - .

Che dire poi di quella marea di pubblici impiegati che, sempre additati come parassiti, non alzano la voce quando nessuno dice che non vengono messi nella condizione di lavorare, anche quando il lavoro ci sarebbe ed in abbondanza (siamo in presenza di stipendi corrisposti senza che ci sia produttività, e quando questa produttività corrisponderebbe ad ulteriori introiti nelle casse dello Stato cosa significa?)

Auguriamoci che questi nuovi tecnici o esperti voluti da Mario Monti reggano bene le redini e riprendano a far muovere questo carrozzone per la retta via o, per la via maestra, come avrebbe detto il suo predecessore. In ogni caso, il “privato” è sempre un fantasma che incombe.

Siamo a conoscenza che un enorme numero di impiegati e dipendenti va avanti a colpi di prestiti, come cessioni e finanziamenti vari. E' proprio di questi giorni la notizia che molti di questi stanno ricevendo lettere da società di finanziamento che reclamano la corresponsione di rate insolute.

Ma insolute da chi? Se la rata viene regolarmente detratta dalla busta paga, chi è che non versa alle “finanziarie”? Ebbene sì, c'è anche questo, occhio alla penna: i nostri soldi rimangono nelle casse dello “Stato” per un po' (auguriamoci che sia soltanto questo...) per poi essere richiesti in modo coercitivo, in conseguenza a diffide, azioni legali etc... dalle società finanziarie che devono percepirli!

E a proposito di tagli a danno dei cittadini, che dire sulla abolizione delle vetture letto nei treni a lunga percorrenza? Immaginate una coppia di anziani, magari con problemi di deambulazione, che debbano condividere un viaggio di 15-16 ore in cuccette a quattro posti ?

Chi ha voluto tutto questo? Di chi sono queste gravi responsabilità? Torniamo a qualche rigo più su, più sono ben pagati e più rimangono al loro posto senza che nessuno riesca a muoverli.

Io, come tanti, sono speranzoso e fiducioso, ma approfitterei di quel simpatico burlone di Paolo Bonolis da cui mi farei prestare l'alieno che ha in trasmissione: “tanti sono i misteri dell'universo, ed io ho le risposte!”, e mi piacerebbe sapere anzitempo dove andremo a finire.

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