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Cesarismo? No grazie

Ormai siamo in pieno cesarismo.

So anch’io che fra il cavallo di Caligola al senato di Roma e una velina al parlamento europeo c’è una certa differenza, ma sempre di cesarismo si tratta.

 

Gli sproloqui del “sultano” in questo paese la cui società sembra giunta, mi spiace dirlo, all’ultimo stadio della decadenza morale, si susseguono a ritmo sostenuto tra l’indifferenza di tutti quelli della sua parte politica.

Cosa potrebbero mai fare se sono prigionieri del suo potere mediatico e finanziario? Sospingerlo fuori dalla politica, come merita, significherebbe, per lor signori, fare harakiri..

Il cesarismo, sostiene Piero Ottone nel suo libro “Il tramonto della civiltà occidentale” è proprio delle società che hanno imboccato la via irreversibile del declino. Io naturalmente non credo all’ineluttabilità di questa teoria, ma se tutti, dico tutti, non ci diamo una mossa finiremo col non poter più parlare. Non ha forse ieri, il nostro amico, invitato gli industriali a togliere la pubblicità a reti e giornali che lo avversano e minacciato di chiudere la bocca ai catastrofisti? Finiremo, nel paese del bel canto, costretti a fare solo cori a bocca chiusa? A questo proposito consiglio di visionare quello di “azzurro” (colore vagamente allusivo) di Arbore, reperibile su YouTube.

I danni che questo populista, in meno di vent’anni, ha arrecato alla nostra repubblica potranno essere riparati solo con un paziente e certosino lavoro di alcuni decenni e sempre che anche la sua parte politica si deciderà a fare a meno di lui mentre tutti insieme, destra e sinistra, con in testa intellettuali e classi dirigenti, si metteranno al lavoro per ristabilire un minimo di rispetto, per le regole costituzionali, necessario per una civile convivenza. La vittima più illustre nel caos d’informazioni in cui ci dibattiamo è naturalmente la verità, anche la più minuta e insignificante.

La gente comune non ci capisce più niente e fa scelte sbagliate senza nemmeno immaginare quali potrebbero essere le conseguenze. Non fu forse così per il fascismo? Il premier dice che gli italiani lo vogliono così, che l’indice di gradimento per la sua persona è alto. Non erano forse gremite le piazze nei raduni di mussoliniana memoria? Eppure è assodato che quelle moltitudini avevano torto.

Oggi il sig.TV si è recato, unico presidente del consiglio, al meeting di Corfù dove la sua presenza non era necessaria essendo quella una riunione di ministri degli esteri. Ha poi fatto il solito spot pubblicitario rivelandoci che aveva parlato a telefono con il presidente Dmitrij Medvedev. Evidentemente a Roma i telefoni non funzionavano.

La verità è che il nostro primo ministro annaspa e cerca di accreditarsi tramite personalità straniere ottenendo spesso il risultato contrario. Infatti, oggi, ha dovuto smentire quanto scritto da un quotidiano israeliano secondo il quale, durante l’incontro con Netanyahu, avrebbe fatto apprezzamenti negativi sulla politica di Obama in medio oriente. La tattica è sempre la stessa: compiacere chi gli sta di fronte.

Poiché spesso l’ho sentito negare di aver detto cose che avevo ascoltato con le mie orecchie, non vi dirò a chi credo.

In conclusione esorto tutti, da quelli dell’UDC a quelli della sinistra radicale, a resistere e lavorare sodo per superare questo oscuro periodo della nostra storia.

A proposito di UDC, che non è certamente il partito per il quale simpatizzo, desidero esprimere un sentimento di ammirazione per la sdegnata risposta, gustata parola per parola, di Cesa alla inutile profferta di solidarietà che gli era venuta dal cavaliere. Il fine di quella mossa aveva il solo scopo di dimostrare che siamo tutti vittime delle maldicenze altrui.

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