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 Home page > Tribuna Libera > Catalogna, perché i politici hanno sbagliato

Catalogna, perché i politici hanno sbagliato

 

Può darsi benissimo che il popolo catalano si senta oppresso dallo Stato spagnolo.

L'aspirazione all'indipendenza, di per sé, è perfettamente legittima, resta il fatto che nessuno Stato al mondo può consentire la secessione e non esiste un "diritto naturale" alla secessione, esiste un diritto all'autonomia, ma non alla secessione. Se venisse riconosciuta l'esistenza di un diritto alla secessione... si negherebbe automaticamente l'esistenza degli Stati nazionali sovrani. Può anche darsi che in futuro spariscano gli Stati e tutti gli uomini della terra vivano in pace, ma per ora (e per molto tempo ancora) le cose stanno diversamente.

Nei sistemi democratici la fonte del diritto è il "diritto positivo", ovvero l'ordinamento giuridico di quel sistema.


E' l'insieme di norme, decise in modo democratico, vigente in uno Stato ed applicate ad un determinato gruppo sociale, che risiede su di un territorio, in un determinato momento storico.
Il concetto di Stato nazionale si fonda su quello di SOVRANITA' cioè il potere supremo nell'ambito dello Stato, e nei rapporti internazionali, al di sopra di ogni potere gerarchicamente inferiore.

La discussione su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato non ha alcun senso perché ognuno può liberamente avere una opinione diversa, è proprio per questo che esiste la legge, per definire in modo concreto (e a prescindere dalle opinioni) quello che è lecito e quello che non lo è.
Le leggi si possono contestare, ma finché sono in vigore debbono essere rispettate, altrimenti non sono più leggi, diventano trippa per gatti.
Ogni referendum sulla secessione di una parte di territorio dello Stato, dichiarato da un potere subordinato, è chiaramente illegittimo e lo Stato è tenuto ad opporvisi, altrimenti crolla lo Stato, si mette in discussione l'ordinamento giuridico e si legittima l'anarchia.
Quindi la reazione di Madrid era scontata e formalmente corretta. Altra cosa è il "diritto naturale", che ognuno può intendere come vuole perché non è codificato. In linea di principio non si può negare che il popolo catalano possa aspirare alla secessione, quello che è assurdo (anche sul piano logico oltre che su quello giuridico) è il pensare che la Catalogna possa pretenderla per legge, che la secessione si potesse fare invocando il "diritto", con un referendum e con una legge, sperando nella inerzia dello Stato Spagnolo (che se fosse rimasto inerme avrebbe fatto una colossale figura di merda a livello internazionale).
La secessione è, sul piano formale sostanziale e logico, un atto eversivo rispetto al quale lo Stato non può che rispondere con la forza per imporre la legge. Ora questa assurdità della secessione a suon di carte bollate, perseguita da politici incoscienti della Catalogna, provocherà danni enormi al popolo catalano.

Contro un sistema sovrano (che tra l'altro è democratico) se lo si ritiene ingiusto e si vuole demolirlo, fare ricorso alle carte bollate è ridicolo, le carte bollate sanciscono il diritto di Madrid a reprimere la secessione. Se i catalani si ritengono oppressi, se ritengono opportuno liberarsi dal giogo, se pensano che una Catalogna indipendente abbia senso nel mondo ed hanno la forza per imporsi... usino la forza, il referendum non serve a nulla perché è illegittimo.
Io credo che il proposito di scissione sia una stupidaggine, ma non sono catalano e la decisione spetta ai catalani, ma dalle oppressioni ci si libera con le rivoluzioni, non con le carte bollate stampate proprio dallo Stato che si vorrebbe demolire.

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